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L'africa romana: Museo del Bardo a Tunisi

Virgilio e le due Muse Clio e Melpomene (con maschera): da Sousse, III-IV secolo

Virgilio e le due Muse Clio e Melpomene (con maschera): da Sousse, III-IV secolo

 

 

AFRICA ROMANA

 

 

 

Entrata sotto il dominio romano nel 146 a. C. alla fine della terza guerra punica, l'Africa doveva restare romana fino all'invasione dei Vandali nel 429-439. Dichiarata ager publicus del popolo romano, cioè proprietà del popolo di Roma, fu inizialmente una piccola provincia di 25000 Km quadrati, che comprendeva fondamentalmente la vallata della Medjerda, l'oued Meliane ela regione del Sahel. In seguito aumentò la sua estensione, occupando un territorio che superava quello dell'attuale Tunisia.

Ricco di fatti storici, questo processo condusse a numerose interazioni culturali che diedero vita a una civiltà particolare dove si amalgamarono armoniosamente i valori africani, cartaginesi, numidi e romani. Le vestigia di quel lungo periodo sopravvivono nelle scoperte archeologiche. La ricchezza dell'Africa Proconsolare è diventata un luogo comune, tuttavia, più che dagli elogi degli autori antichi, questa prosperità è attestata e rivelata ancora oggi dagli scavi archeologici che riportano alla luce quelle ricchezze: migliaia di siti da paesi, a ville, a città, migliaia di pavimenti a mosaico, migliaia di iscrizioni, oggetti, gioielli, monete, ceramiche ... In questi periodi come nei precedenti gli Africani seppero prendere e dare in tutti i campi, dall'architettura alla scultura, alla letteratura. Convertiti al cattolicesimo, la Chiesa d'Africa divenne così importante da rivaleggiare con quelle d'Oriente e d'Occidente.

Cartaginese era Tertulliano, cartaginese era san Cipriano. Purtroppo, vittima della sua stessa reputazione di granaio dell'impero, l'Africa suscitò le bramosie di popoli germanici, i Vandali, che nel 429 superarono lo stretto di Gibilterra. L'Africa era l'Eldorado ricercato e nel 439 vi si installarono per un secolo, il tempo necessario per essere sloggiati dai bizantini venuti dall'Oriente. Tempi difficili furono quelli del V e VI secolo che videro il ritorno in forza delle tribù berbere così come lo scatenarsi di una specie di guerra di religione fra i Vandali ariani e gli Africani cattolici.

Benchè l'Africa non brillasse più dello splendore dei tempi passati, il paese aveva tuttavia conservato importanti risorse e l'olio e la ceramica continuavano a inondare i mercati del Mediterraneo. Di questo periodo tardivo dell'antichità, le regioni tunisine hanno conservato numerose vestigia, molte fortezze e fortini eretti dai Bizantini a Ammaedara, Thignica, Sufetala e altri.

Risalgono a questi periodi, un vero paradosso per tempi così travagliati, vari tesori in monete che sono esposti nei musei, tra cui in particolare quello di Madia.