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L'africa romana: Sufetula

I quattro pilastri in grossi blocchi resti della chiesa di Servus

I quattro pilastri in grossi blocchi resti della chiesa di Servus

 

 

SUFETULA

 

 

 

La chiesa di Servus

 

Superando di poco la fontana, appare sulla destra un monumento ben visibile sin da lontano per i suoi quattro pilastri in grossi blocchi che si distaccano dal resto dell'insieme. Ci troviamo di fronte ad un edificio di culto cristiano, di cui si conoscono altri esempi in Africa, innalzato sullo stesso sito di un precedente monumento pagano, la cui cella era cinta da due esedre risalenti probabilmente al III secolo d. C.

Le cinque navate della basilica sorsero così nel cortile del santuario pagano e il battistero poligonale, con fondo quadrilobato, venne installato nella cella. In questo caso si trattava di un tempio romano, nel cui cortile fu edificata una chiesa a navata centrale e due laterali.

Da una scaletta si accedeva all'abside, situata nel lato nord-ovest del portico (a sinistra dell'entrata attuale), dove fu rinvenuta la dedica ad un sacerdote di nome Servus, morto all'età di sessantotto anni, del quale la chiesa prese il nome. Le scanalature visibili sul pavimento delimitavano il settore riservato al clero ed indicano l'ubicazione dell'altare. Il battistero fu installato nella cella quadrata del tempio pagano.

Si pensa che questa chiesa fosse la sede dei donatisti di Sufetula.

 

  APPROFONDIMENTO

        La chiesa di Servus