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Il Cammino di sant'agostino: Cassago

Il cardinale Dionigi Tettamanzi inaugura la Cittadella Agostiniana a Cassago con la posa della prima pietra

Il cardinale Dionigi Tettamanzi inaugura la Cittadella Agostiniana a Cassago

Timbro di Cassago, l'antico rus Cassiciacum

Timbro di Cassago, l'antico rus Cassiciacum

 

 

IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO

Cassago Brianza

 

Domus Sancti Augustini

 

 

 

Nelle confessioni S. Agostino ricorda di essersi ritirato a Cassiciaco in un periodo cruciale della sua vita, che vide maturare la sua conversione e il suo battesimo. Una duratura tradizione ha costantemente riconosciuto nell'attuale Cassago Brianza il romano rus Cassiciacum di Verecondo (Conf. 9, 3, 6) dove S. Agostino soggiornò nel 386-387 d. C. con la madre Monica, il figlio Adeodato, altri parenti e amici per prepararsi al battesimo. In questa località della campagna milanese Agostino scrisse i Dialoghi e i Soliloqui. I Dialoghi ci assicurano che Cassiciaco non era molto lontana da Milano, forse a poche ore di distanza tanto da poter essere raggiunta, come fece Alipio, in un solo e breve pomeriggio di metà novembre.

 

Agostino ricorda con grande affetto questo luogo così come l'amico Verecondo che lo ospitò con grande magnanimità: "Verecondo si consumava d'ansia per questo nostro bene, perché a causa dei tenacissimi legami che aveva, si vedeva già abbandonato dalla nostra piccola comunità. Non ancora cristiano, aveva una moglie battezzata, che tuttavia era proprio l'ostacolo più arduo sul cammino che avevamo intrapreso: e lui non voleva essere cristiano, diceva, in un modo diverso da quello che d'altra parte non gli era consentito. Certo, con grande generosità ci offrì di vivere nella sua villa per tutto il tempo che saremmo rimasti là. Lo ricompenserai, Signore, nella resurrezione dei giusti, tu che lo hai già ricompensato con la loro eredità. Noi già non c'eravamo più, eravamo a Roma, quando si ammalò: si fece cristiano e ottenne il battesimo, poi emigrò da questa vita. Questo fu un gesto di compassione da parte tua, non soltanto per lui ma anche per noi: sarebbe stato un gran tormento infatti pensare alla squisita umanità dell'amico verso di noi, e non poterlo annoverare nel tuo gregge. Grazie a te, Dio nostro! Siamo tuoi. Lo dimostrano i tuoi consigli e i tuoi conforti: fedele alle promesse renderai a Verecondo, in cambio della sua terra a Cassiciaco dove in te riposammo dalla furia del secolo, la primavera eterna, il tuo giardino. Perché le colpe che ebbe sulla terra tu gliele hai condonate lassù sulla montagna della gioia, bianca di latte e cacio.

 

Sant'Agostino nel IX libro delle sue Confessioni ricorda con grande amore e riconoscenza il periodo in cui si ritirò nella villa dell'amico Verecondo nella campagna di Cassiciaco. Siamo nel 386-387 d. C. ed Agostino sceglie questo luogo per appartarsi dalle lusinghe e dalle sirene mondane milanesi, poichè ha ormai deciso di mutare vita e, con il battesimo, di consacrarsi interamente al servizio di Dio. In questa località Agostino scrive I Dialoghi, una serie di opere che prefigurano ampiamente le idee che troveranno sviluppo nella produzione letteraria e teologica della sua maturità. Il rus Cassiciacum è così giustamente diventato famoso tra gli specialisti del pensiero agostiniano, ma anche per i devoti del santo. Ma dove si trovava questa località romana ? Ebbene una duratura tradizione milanese ha sempre identificato questo luogo con Cassago, un paese che si trova in quella che fu la pieve di Missaglia nel bel mezzo della Brianza storica.

  APPROFONDIMENTO

           rus Cassiciacum

 

Di questo rus Cassiciacum parlano il Petrarca (De Vita Solitaria, II, 3, 5), Tristano Calchi (Mediolanensis Historiae Patriae, II, Milano 1490), Giuseppe Ripamonti (Historia Ecclesiae Mediolanensis, 1617, 229 e 234), il cardinal Federigo Borromeo (De christianae mentis jucunditate, Milano 1632, 87), Giulini (Carta Corografica lombarda), Antonio Sassi (Historia Litterario-Typographica mediolanensis), Carlo Redaelli, Francesco Bombognini, Ignazio Cantù (Guida alla Brianza, 1837), Massimo Fabi (Dizionario Corografico, 1855) ed altri: tutti lo identificano con Cassago.

 

La devozione verso Agostino si sviluppa a Cassago agli inizi del XVII secolo, quando il santo viene invocato Patrono del paese dopo aver salvato i suoi abitanti dalla peste nel 1630 ... E poichè è usanza cristiana serbare memoria delle grazie ricevute e attribuirle a qualche santo protettore, questa Comunità di Cassago non dimentica di così grande favore ... per sè aggiunge e invoca l'aiuto del Beato Agostino ... tanto più che è stato tramandato che lo stesso Santo soggiornò in questo paese ...  [Dal Chronicon, 1631]

Del 1631 è la prima festa in suo onore, che verrà celebrata ininterrottamente ogni anno fino ai nostri giorni. Nel 1700 viene eretto un altare in suo onore mentre la cosiddetta fontana di S. Agostino diventa luogo di devozione popolare. L'Associazione S. Agostino dal 1967 sta valorizzando il patrimonio artistico, storico-archeologico e religioso del paese.