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I Nobili Scaccabarozzi

Stemma araldico degli Scaccabarozzi

Stemma araldico degli Scaccabarozzi

Stemma araldico degli Scaccabarozzi

Stemma araldico di Antonio Scaccabarozzi nella chiesetta

di san Bernardo a Montevecchia

 

 

I Nobili Scaccabarozzi

 

 

 

Tra la fine del Trecento e la metà del Quattrocento gli Scaccabarozzi furono i beneficiari della Commenda dell'abbazia di Pontida che aveva vasti possedimenti anche a Cassago. Il primo Scaccabarozzi noto è un certo Rainerio famiglio e ufficiale alla corte del Duca di Milano.

Successivamente si scopre un Giovanni Scaccabarozzi beneficiario di questi possedimenti fin verso la metà del Quattrocento, fino a quando cioè Pontida e la bergamasca caddero in mano dei Veneziani.

Gli Scaccabarozzi sono una Famiglia di origine milanese, che, secondo la tradizione, trasse il proprio cognome da un servizio fatto durante l'infierire della pestilenza in Milano. Mancando gente che si prestasse all'incresciosa e pur pietosa opera di portare i morti alla sepoltura e scarsi essendo i mezzi per trasportarli per tanto infierire del contagio, questa famiglia si prestò al pietoso e ingrato ufficio servendosi di numerosi barocci tal che le fu dato il soprannome di Scarica barocci, che poi si trasmutò in Scaccabarozzi, cognome tramandatosi sino ai nostri giorni.

Si tratta di una famiglia antica, le cui memorie risalgono al sec. XII. Il 21 giugno 1381 il canonico Bertollino de Scaccarotiis, rappresentante dell'arciprete di Monza, conviene con Georgio de Glaxate, procuratore delle monache del monastero di Cremella, per stilare un atto che ponga fine alle liti e alle controversie fre le due istituzioni per il governo dei possedimenti in Cremella. Un GIORDANO fu costituito vicario imperiale a Milano da Federico Barbarossa, un BELTRAMO fu console di Milano nel 1164, un ALBERTO fu podestà di Como nel 1219, un LANTELMO, canonico della metropolitana, nel 1252 dalla Repubblica milanese fu inviato legato a papa Innocenzo IV per ottenere la canonizzazione di S. Pietro Martire Veronese, un GIACOMO trovasi firmato per la parte dei nobili nell'atto di concordia fra nobili e plebei di Milano nel 1258, un GIOVANNI fu fatto cavaliere da Matteo Visconti sul campo di battaglia di Parabiago per l'indomito valore, un AROSTELLO fu cavaliere e decurione milanese, un altro GIACOMO, nobile e generoso cavaliere, nel 1320 eresse e dotò la chiesa di S. Maria Annunziata in Milano, suo fratello CATELLANO nel 1322 fu podestà di Pavia.

sepolcro degli Scaccabarozzi nella chiesa di sant'Agostino a Cremona

Sepolcro degli Scaccabarozzi a Cremona

La documentata genealogia, quale fu presentata all'I. R. Tribunale Araldico della Lombardia, si inizia solo con FRANCESCO (o Franceschino o Franchino) decurione di Milano, patrono ed avvocato di quella chiesa di S. Maria Annunziata (presso S. Maria Pedone) che fu eretta e dotata dal nobile cavaliere Giacomo Scaccabarozzi. Figli del suddetto Francesco furono: TOMMASO, un altro FRANCHINO, GIOVANNI ed AMBROGIO. Da Tommaso, che fu uno dei patroni ed avvocati della chiesa suddetta, nacque un GIACOMO, pure patrono della medesima e padre di GIANFRANCESCO, patrono egli pure, che generò GIAN GIACOMO a sua volta padre di GIROLAMO, che fu uno dei XII di Provvisione di Milano nel 1588 e giudice della Legna in Milano nel 1592. Da Franchino, che fu prefetto, per il duca di Milano, del castello di Gavio nel genovesato, nacque STEFANO, giureconsulto collegiato, decurione di Milano, uno dei sei consiglieri di giustizia della Repubblica milanese nel 1448 e pur egli patrono della già menzionata chiesa di S. Maria Annunziata. Da Giovanni, che fu anch'egli, come il fratello Franchino, prefetto del castello di Gavio, nacque ANDREA, che fu familiare del duca Galeazzo Maria Sforza Visconti, patrono e avvocato della nominata chiesa. Fu padre di Giambattista, altro patrono della predetta, e che, a sua volta, generò altro ANDREA, che generò NICCOLO' che fu padre di Bernardo, uno dei nobili prefetti alla custodia di Porta Ticinese a Milano in tempo di sospetto di peste. Bernardo fu padre di altro NICCOLO' che genero ANTONIO, regio pretore di Tortona e Valenza, capitano di giustizia nel marchesato del Finale e delle Langhe, delegato imperiale a Comacchio. Dal predetto Antonio nacque CARLO FRANCESCO, regio pretore di Codogno ed Antigorio, padre di CESARE e di GIUSEPPE che ottennero dall'I. R. Tribunale Araldico della Lombardia Austriaca l'iscrizione della loro famiglia nel Catalogo dei Nobili con decreto 15 settembre 1770 nonché la delineazione finale della loro arma nel Codice Araldico.

Lo stesso Cesare, dopo aver ottenuto, con Ordinanza del 6 maggio 1774 dei Conservatori degli Ordini della città di Milano, di essere ammesso al patriziato della città, venne pure aggregato al Collegio dei nobili giureconsulti conti e cavalieri di Milano il 13 dicembre 1774 e nominato provicario di provvisione con Patente del 1782 dell'arciduca Ferdinando d'Austria, governatore della Lombardia e con altra Patente del 1783 fu nominato vicario di Provvisione. Dopo avere con sommo onore disimpegnato le principali cariche civile e giudiziarie, rendendo importanti servigi, nel 1815 fu nominato consigliere della I. R. Corte di Cassazione di Milano. Con Sovrana Risoluzione dell'imperatore d'Austria Francesco l, data a Vienna il 10 aprile 1815, fu confermato nell'antica nobiltà che già godeva la famiglia prima del 1796. Da Ambrogio infine, quarto figlio del capostipite Francesco, e che fu giureconsulto (1445), nacque GlORGlO, padre del giureconsulto GIAN PlETRO, il quale stabilì la sua dimora in Cremona e fu padre di GEROLAMO che a sua volta generò PIER LUIGI e GIOVAN PAOLO. Il primo fu decurione di Cremona nel 1572 e il secondo nel 1591. Da Pier Luigi nacque altro GEROLAMO, padre di altro PIER LUIGI, decurione di Cremona nel 1624 e padre di FRANCESCO MARIA, capitano negli eserciti di S. Maestà Cesarea e decurione di Cremona nel 1668. Da quest'ultimo nacque altro PIER LUIGI, capitano della milizia rurale cremonese e decurione nel 1698. Generò questi ANDREA, decurione nel 1740, e padre di GIUSEPPE, pure decurione nel 1769 e che ottenne che l'eccelso I. R. Tribunale Araldico di Lombardia, con decreto 19 settembre 1772, ordinasse che la di lui famiglia venisse riportata nel Catalogo dei Nobili e l'ama gentilizia delineata nel Codice Araldico. Giuseppe, fra gli altri figli, generò ANDREA LODOVICO, FRANCESCO e Giuseppa. Quest'ultima nel 1786 venne nominata dall'imperatore Giuseppe II d'Austria canonichessa anziana nell'I. R. Collegio di Canonichesse sotto il titolo di S. Carlo, collegio eretto in quell'anno in Cremona dal suddetto imperatore.

 

Arma:

Inquartato: nel I° palato d'oro e di nero, nel 2° e 3° d'oro al carro o baroccio quadrato, scaccato di nero e d'oro di 36 pezzi, col timone scaccato di nero e d'oro di quattro pezzi e le ruote di nero, nel 4° palato di nero e d'oro, il tutto sotto un capo d'oro carico di un'aquila di nero, coronato del campo.

Dimora: Milano, Cremona e Soncino.