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SUOR Anna Maria Proserpio

Suor Anna Maria Proserpio (1909-1983)

Suor Anna Maria Proserpio (1909-1983)

 

 

SUOR ANNA MARIA PROSERPIO

di Sr. M. Enrica Dango

dal Notiziario Parrocchiale, anno IX, n. 3, marzo 1983

 

 

 

N. 23-11-1909 M. 5-2-1983

La nostra cara Sr. Anna Maria Proserpio, nata a Cassago Brianza il 23 novembre 1909, in seno a una famiglia profondamente cristiana, dove il Signore si scelse due figlie per essere consacrate a Lui: Sr. Massima, delle Figlie della Carità di S. Antida Thouret, che già da tempo gode il premio del suo sacrificio come ospitaliera, e la nostra Sr. Anna Maria che, dopo diversi anni trascorsi come infermiera presso l'Ospedal Maggiore di Milano, entrava nel nostro Monastero della Visitazione il 5 maggio 1935, per iniziarvi la sua prova religiosa.

Rivestì il Sacro Abito il 23 aprile 1936 e si consacrò totalmente nella gioia del suo cuore il 24 aprile 1937. Anima seria, silenziosa, di preghiera, di sacrificio, abbracciò la vita religiosa consapevole degli impegni che essa comporta, l'amò intensamente; fu riconoscente al Signore per questo dono immenso e con quello slancio sincero del suo cuore che nel ricambiare il dono, sia pur poveramente - come lei diceva - trovava l'appagamento di tutta se stessa, pregava per le vocazioni. Particolarmente devota alla Madonna, le raccomandava in modo speciale i Sacerdoti.

Era una gioia per lei ricevere il Bollettino della sua Parrocchia e viverne, nella preghiera, gli avvenimenti e, parlandocene, ci invitava a pregare. Passò in vari uffici della casa. Dove diede maggiormente la misura del suo dedicamento fu in cucina e all'infermeria, dove la sua premura per le Sorelle si manifestava in tante piccole attenzioni accompagnate da un sorriso buono, e alle volte arguto, che nascondeva la sua carità sempre all'erta.

Lunghi anni, giorno dopo giorno, vissuti nella semplicità, nell'amore, tutti offerti per le anime, per la Chiesa, per i lontani da Dio e per la pace nel mondo. Quando il Signore le porse la Croce della sofferenza per unirla maggiormente a sé per la redenzione del mondo, ne comprese il dono, ma ne sentì nella natura, vivace e attiva, tutta la crocifissione. Nelle diminuite capacità, di cui non sempre riusciva a rendersi conto, conservava il desiderio di voler ancora lavorare e darsi per la comunità e questo le fu causa di pena e di purificazione.

Col progredire del male (era affetta dal morbo di Parkinson), la sua anima si pacificava in Dio con la preghiera e rimettendosi alla divina volontà, ciò che, fino all'ultimo, le diede serenità e pace. Un pensiero, scritto da lei nel suo libro di preghiera ci dà, in qualche modo, la misura del cammino da lei fatto in Dio, fino al sereno trapasso del 5 febbraio, primo sabato del mese: « Nulla avviene in te e attorno a te che non sia voluto da Dio per la tua santificazione: malattia, aridità, parole, solitudine, tutto entra nel disegno di amore santificante che il Signore ha su di te; dietro ogni cosa c'è Lui che muove e ordina, perché ti ama ». Ora noi, riandando con riconoscenza e fraterno affetto i 48 anni spesi dalla nostra cara Sorella per il bene della comunità, nell'edificazione e nel sacrificio, ne facciamo offerta gradita a Dio.

Mentre ne suffraghiamo l'anima, la pensiamo nella beata pace e nell'abbraccio di Colui che l'ha tanto amata da renderla, attraverso la sofferenza, da lei accettata con generosità, cooperatrice nella redenzione dei fratelli, unico anelito della sua vita consacrata.