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Santa Brigida di Kildare: Cappella Suardi

Ritratto di Lorenzo Lotto nell'episodio miracoloso della tempesta allontanata

Ritratto di Lorenzo Lotto nell'episodio miracoloso

della tempesta allontanata

 

 

LA CAPPELLA SUARDI A TRESCORE BALNEARE

 

L'autoritratto di Lotto

 

 

 

La superficie dell'affresco con la loggia, nel secondo riquadro dei Miracoli di santa Brigida, è piuttosto ridotta dall'intrusione della porta d'ingresso il cui arco ribassato è completato in pittura come gli stipiti, fingendo al di sopra l'avvio di un muro. Sotto la loggia, sullo sfondo della scena del Maltempo allontanato, sta un personaggio, che è riconoscibile in Lorenzo Lotto. La sua figura è purtroppo alquanto danneggiata da estese cadute di colore che lasciano a vista le tinte base del parapetto, del piedistallo, del campo sullo sfondo. Il personaggio è ripreso di tre quarti, quasi a busto intero, con la testa rivolta verso l'interno, con lo sguardo diretto al Cristo Vite. Di struttura larga e carnagione rosea, ha occhi grigi e trasparenti, palpebre superiori gonfie, sguardo penetrante. Il naso è lungo, carnoso alla punta; le labbra sottili fra i corti baffi e la barba a pizzo brizzolata.

L'uomo veste un giubbone verde chiaro con collo a fascetta spigata, scostato sul petto. Sotto si intravede il saio nero orlato di chiaro. Nere sono pure la manica e la cuffia che raccoglie i capelli lasciando l'orecchio scoperto. Sulla spalla sinistra porta un fascio di panioni entro una custodia di legno, che tiene con la mano insieme a una gruccia rotonda sopra cui c'è una civetta. I panioni con la punta a forcella per il vischio e la civetta legata alla gruccia sono una tipica attrezzatura per l'uccellagione. Nell'agiografia di Brigida non ci sono riferimenti a un uccellatore: inoltre le proporzioni del personaggio e la sua collocazione sono coerenti con le figure nella loggia e con la loggia stessa. E' sicuramente un ritratto: è il più intenso dei pur numerosi ritratti inseriti negli affreschi.

L'aspetto maturo, di un uomo che ha superato i quarant'anni, non contrasta con l'età del suo autore, Lorenzo Lotto, che all'epoca ne aveva quarantaquattro.