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HERCULE e FOULQUIER: il rus Cassiciacum agostiniano

Agostino e discepoli a rus Cassiciacum (1880 ca.) in una stampa di Hercule e Foulquier

Hercule - Foulquier:

Agostino e discepoli a rus Cassiciacum (1880 ca.)

 

 

 

HERCULE - FOULQUIER

Libro de' Santi illustrato, Parigi

1880

 

Il rus Cassiciacum di Agostino

 

 

 

 

La scena del rus Cassiciacum è stata realizzata da B. L. Hercule e da J. A. V. Foulquier (1822-1896) che l'hanno firmata a piè di incisione. L'episodio si riferisce al soggiorno di Agostino nella campagna del rus Cassiciacum, dove l'amico grammatico Verecondo gli mise a disposizione la sua villa rustica per prepararsi al battesimo.

In quella campagna Agostino portò con sè familiari, amici e discepoli con i quali si intrattenne in lunghe conversazioni e dibattiti che diedero vita ai Dialoghi.

La scena bucolica in cui Agostino se ne sta ritto in piedi in atto di spiegare e dirigere la conversazione fra amici e discepoli, riporta alla serena pace che godette in quei giorni e che ricorda amabilmente nel nono libro delle Confessioni.

 

Quando ricorderò tutti gli avvenimenti di quei giorni di vacanza? Non li ho però dimenticati, né tacerò la durezza del tuo flagello e la mirabile prestezza della tua misericordia. Mi torturavi allora con un male ai denti. Quando si aggravò tanto che non riuscivo a parlare, mi sorse in cuore il pensiero di invitare tutti i miei là presenti a scongiurarti per me, Dio di ogni salvezza. Lo scrissi sopra una tavoletta di cera, che consegnai loro perché leggessero, e appena piegammo le ginocchia in una supplica ardente, il dolore scomparve. Ma quale dolore? O come scomparve? Ne fui spaventato, lo confesso, Signore mio e Dio mio, perché non mi era mai capitato nulla di simile da quando ero venuto al mondo. S'insinuarono così, nel profondo del mio essere, i tuoi ammonimenti, e giulivo nella fede lodai il tuo nome. Quella fede tuttavia non mi permetteva di essere tranquillo riguardo ai miei peccati anteriori, perché non mi erano stati ancora rimessi mediante il tuo battesimo.

AGOSTINO, Confessioni 9, 4, 12

 

 

Vite de' Santi

Nella tradizionale religiosità popolare ebbero una grande diffusione i libri che narravano le Vite dei Santi. Prototipo di questo genere agiografico fu la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine che diede avvio a una fortunato genere letterario. Verso la fine dell'Ottocento fu pubblicata una delle tante Vite de' Santi, che riporta anche quella di Agostino. Il volume fu illustrato con incisioni di B. L. Hercule (1846-1913), G. Staal (1817-1882), P. Rouget (1849-1886), G. Kolb, J. A. V. Foulquier (1822-1896), A. Pollet, J. B. C. Carbonneau (1848-...) e P. Verdeil (1812-...). Le riproduzioni proposte riprendono temi già ampiamente sviluppati dalla iconografia classica agostiniana: di interessante e nuovo c'è la scena della predicazione in città e soprattutto la traslazione temporanea delle reliquie di Agostino ad Algeri nel 1842.