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Chiurco Carlo: Terre di brianza

Immagine della copertina del libro

Immagine della copertina del libro

 

 

 

SANT'AGOSTINO

di Carlo Chiurco

INTRODUZIONE di ARMANDO TORNO

I LIBRI DEL CORRIERE DELLA SERA - MEDIAGROUP S.P.A. - MILANO

Seconda EDIZIONE: Settembre 2018

 

 

 

 

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A fine primavera del 385 [Agostino] fu raggiunto a Milano dalla madre e fu probabilmente lei ad avvicinarlo alla religione cristiana e favorire il suo incontro con Ambrogio. Uomo colto, sensibile alle raffinatezze letterarie, prefetto oratore ma anche ferreo e combattivo, Ambrogio era un personaggio che non poteva che colpire e affascinare Agostino. Le sue prediche contribuirono in buona parte a fargli superare lo scetticismo degli accademici e avvicinarlo alla convinzione che l'essere umano possa conoscere la verità, attraverso una nuova rilettura dei testi sacri e una religione che toccasse in profondità l'anima. Intanto Agostino aveva scoperto il neoplatonismo, grazie ai testi di Plotino, probabilmente sul bello e le Enneadi, e i pochi testi di Platone disponibili all'epoca, in traduzione latina.

Iniziò così quel percorso parallelo fra cristianesimo e platonismo, che sarebbe sfociato nella sintesi delle due dottrine attraverso le sue opere. Intanto la madre lo aveva costretto a lasciare la sua concubina, e madre di suo figlio, per fidanzarsi con una donna ricca e più giovane. Ma Agostino rifiutò il matrimonio combinato, pur assecondando il desiderio di Monica di chiudere la precedente relazione. Orma il futuro Doctor Gratiae aveva deciso di abbandonare l'insegnamento per dedicarsi allo studio e alla ricerca filosofica. Nell'autunno del 386 si trasferì con la madre, il figlio Adeodato e gli amici a Cassiciacum, l'odierna Cassago, nei pressi del Lago di Como, in una villa prestatagli da Verecondo, un professore del gruppo di studiosi a cui si era avvicinato.

Qui sperimentò quell'«ozio letterario» tanto caro ai classici, riunendo intorno alla villa un simposio formato innanzitutto da Monica, che dirigeva la casa, dagli amici, dal fratello Navigio che vi soggiornò brevemente e dal figlio di Romaniano, Licenzio, uno dei discepoli che Agostino influenzò maggiormente. Così rinunciò definitivamente alla vita pubblica e all'insegnamento, dedicandosi alla preghiera e allo studio. Scrisse sulla base dei dialoghi che tenne in questi mesi con amici e discepoli, La vita beata e L'Ordine, i suoi primi scritti e gli unici sopravvissuti di un momento culturale molto fecondo, che si era sviluppato nell'ambiente lombardo. Iniziò anche Sull'immortalità dell'anima e un testo rivoluzionario per la sua impostazione, i Soliloqui, il suo primo ritratto intimo, un dialogo tra ragione e anima.

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