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CICLo AGOSTINIANo di Kartarius a Parigi

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine, dalla stampa di Kartarius alla Biblioteca Nazionale di Parigi

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

KARTARIUS MARIO

1570 circa

Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Nazionale a Parigi

 

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo di Cornelius Lancelotz, S. Aurelii Augustini ... vita, edito ad Anversa nel 1616. Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." Kartarius è tra i primi a rappresentare questo episodio: nel cielo nuvoloso si vedono due persone in gloria disegnate in due mandorle a forma di angeli: sono il Cristo in croce e la Vergine con il Bambino.

 

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.