Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Cinquecento > Leclerc

CICLo AGOSTINIANo di leclerc a Parigi

Agostino incontra a Milano il vescovo Ambrogio, da una stampa di Leclerc alla Biblioteca Nazionale di Parigi

Agostino incontra a Milano il vescovo Ambrogio

 

 

JEAN DE LE CLERC

1580-1586

Cabinet des estampes della Biblioteca Nazionale di Parigi, al dossier Rd2 Augustin éveque

 

Agostino incontra a Milano il vescovo Ambrogio

 

 

 

Si legge sotto questo medaglione: Ad Ambrosium ducebat abs te nesciens ut per eum ad te sciens ducerer. Ambrogio è vestito da vescovo, ha un cappello in testa e la barba. E' seduto a un tavolo e sta sfogliando un libro: alza la testa per guardare Agostino che sta avanzando verso di lui. Anche Agostino ha una barba prominente e cammina con la mano protesa e il mantello che si gonfia all'indietro. L'espressione del viso di Ambrogio è fine, ha un atteggiamento riservato che contrasta con la baldanza e l'impetuosità di Agostino.

 

Il grande incontro tra Ambrogio e Agostino, l'ex funzionario romano nato in Germania (Treviri) ed eletto vescovo per volere del popolo e dello stesso potere imperiale che voleva Milano, città importantissima e sede dell' imperatore, ben presidiata da uno dei migliori funzionari dell' impero, ed il giovane retore africano, uno degli incontri più densi di significato e di conseguenze della storia, non avviene a Milano per caso.

«Et veni Mediolanum ad Ambrosium episcopum», venni appositamente a Milano per ascoltare il vescovo Ambrogio, scriverà Agostino, ritornato nella sua Africa, segnato indelebilmente da Milano e da Ambrogio. E quando nell' anno della morte (430 d.C.) Agostino, vescovo d' Ippona, visse l'ultima estate della sua vita nella sua città stretta d'assedio dai Vandali, fu nel ricordo degli assedi della chiesa di Milano e degli inni di Ambrogio che Agostino, insieme al suo popolo minacciato dalla grande violenza e ferocia dei Vandali, ripeté quei canti nella chiesa d' Ippona. Una mostra che sollecita continue suggestive analogie tra l' ieri e l' oggi e che ci aiuta anche a riflettere sull' autonomia culturale milanese, che si manifesta anche nella liturgia e negli inni sacri. «A Roma seguano le loro usanze; a Milano si fa così» dirà Ambrogio.

Ed è forse anche per questo che il grande vescovo è ancora così presente tra noi. Ambrogio tratterà il giovane Agostino con un certo distacco, ma anche con una profonda attenzione. Agostino inventerà un neologismo per descrivere il modo con cui fu accolto: «episcopaliter». E quell' incontro milanese lo segnerà per sempre.

 

A Milano incontrai il vescovo Ambrogio noto a tutto il mondo come uno dei migliori e tuo devoto servitore ... la soavità della sua parola mi incantava.

AGOSTINO, Confessioni 5, 13, 23