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PITTORI: Salvador Lyra Castillo

Agostino scrive il libro delle Confessioni

Agostino scrive il libro delle Confessioni

 

 

SALVADOR LYRA CASTILLO

1998

Algeri, Basilica Notre Dame d'Afrique

 

Agostino scrive il libro delle Confessioni

 

 

 

L'affresco ci presenta un giovane Agostino seduto al suo tavolo di lavoro nel suo studio alla luce di una lucerna. Con l'indice dalla mano destra punta una passo su un foglio che gli sta davanti, mentre la mano sinistra con l'indice è appoggiata sul petto. Sullo sfondo si apre una grande finestra da cui si intravedono delle montagna nella foschia notturna.

Il volto di Agostino è rivolto verso l'alto, verso una immagine di Gesù Cristo che gli appare davanti benedicente e avvolto dalle nuvole.

Le Confessioni di Agostino, come recita il titolo del libro più famoso da lui redatto (la sua autobiografia religiosa) mostrano in effetti una tale immediatezza nella descrizione delle sue esperienze interiori e umane, che non si può affatto dubitare di trovarsi di fronte a un'autentica reviviscenza religiosa della verità del messaggio cristiano. In questo testo celeberrimo incontriamo anche un capitolo ... di natura del tutto originale. Vi si ritrova, certo, la stessa retorica appassionata, il medesimo acume argomentativo, e tuttavia viene affrontato un tema che già presso gli scettici aveva da sempre conosciuto una certa notorietà. Se si considera, infatti, il messaggio cristiano e la sua origine ebraica nell'Antico Testamento, ci si imbatte sempre in un enigma che attanaglia l'umanità: "Che cosa ci fu, in principio?" - o, più efficacemente - "Che cosa faceva Dio prima di creare il mondo?"...

 

Del resto che segreti avrei per te, Signore, che coi tuoi occhi denudi l'abisso della coscienza umana, anche se non volessi confessarmi a te? Nasconderei te a me, non viceversa. Ora poi che il mio pianto testimonia il fastidio che provo per me stesso, sei tu la luce e il termine del desiderio, del piacere, dell'amore, fino a farmi arrossire di me stesso, a fuggire da me per abbracciare te, a non voler piacere né a me né a te se non per quello che ho da te. Sono tutto davanti a te, Signore, comunque io sia.

E con che frutto io mi confessi a te, l'ho detto. Non con parole che hanno corpo e suono, ma con parole dell'anima e grida del pensiero, che il tuo orecchio conosce. Se sono malvagio confessarmi a te altro non è che dispiacermi; se devoto, altro non è che rendertene merito, perché tu, Signore, benedici il giusto, ma prima, quando ancora è empio, lo giustifichi. Perciò la mia confessione al tuo cospetto, Dio mio, si fa in silenzio e non si fa in silenzio. Tace la voce, grida il sentimento.

AGOSTINO, Confessioni, 10, 2, 2

 

Agostino nelle Confessioni racconta la sua vita, le tappe dell'evoluzione spirituale e le tappe di quando la sua fede è rinata.

"Ma a chi racconto queste cose? Non certo a te, mio Dio, ma dinanzi a te io racconto ai miei simili, al genere umano, per quanto pochi possano essere coloro che avranno modo di conoscere questo scritto. E a quale scopo lo faccio? Evidentemente perché io e chiunque mi leggerà possiamo considerare da quale abisso dobbiamo levare a te il nostro grido. E cosa c'è di più vicino alle tue orecchie di un cuore che si confessa a te e di una vita che vive di fede?"

AGOSTINO, Confessioni, 3, 5

 

«In suis Confessionum libris de se ipso, qualis ante perceptam gratiam fuerit, qualisque iam sumpta viveret designavit. »

« Nelle sue Confessioni racconta di se stesso, quale fu prima di ricevere la grazia e come visse dopo averla ottenuta. »

POSSIDIO, vescovo di Calama, Vita di Agostino.