Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Novecento > Dublino

CICLI AGOSTINIANI: Dublino

Agostino vescovo e cardioforo con san Giovanni Battista patroni della chiesa

Agostino vescovo e cardioforo con san Giovanni Battista patroni della chiesa

 

 

FRANZ MAYER

1925-1930

Dublino, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e cardioforo patrono della chiesa

 

 

 

Le vetrate dell'abside furono realizzate da una azienda artistica bavarese con sede a Monaco, nota in Europa per i suoi pregevoli lavori. Nell'abside sono stati raffigurati i due patroni titolari della chiesa di sant'Agostino di Dublino e cioè lo stesso Agostino e san Giovanni Battista.

Agostino è qui espresso in una iconografia consolidata nelle forme e nell'aspetto che presenta il santo come vescovo e Dottore della Chiesa.

Il suo volto è molto luminoso, ben armonioso nelle forme e con l'immancabile barba fluente che scende fin sul petto. In testa porta la mitra e, in questo caso anche il nimbo, mentre nella mano destra regge il bastone pastorale. Nella mano sinistra tiene ben saldo un cuore fiammante, ulteriore simbolo che identifica Agostino, la cui diffusione avvenne soprattutto in età barocca. Accanto a lui una parte della vetrata raffigura san Giovanni Battista, il contitolare della chiesa. Nell'abside trovano spazio altre vetrate che celebrano san Tommaso da Villanova e Agostino che prega per le anime del Purgatorio.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

 

Franz Mayer

Le vetrate dell'abside sono di Franz Mayer and Co. di Monaco, una famosa impresa tedesca, con sede a Monaco di Baviera, attiva nel campo delle arti decorative per ben centocinquant'anni. L'azienda è stata molto popolare alla fine dell'Ottocento come principale fornitrice di vetrate artistiche alle grandi chiese cattoliche in tutto il mondo, avendo anche il benestare della Santa Sede. In Irlanda, in particolare, ha curato l'allestimento di ben nove chiese cattedrali (Derry, Carlow, Kilmore, etc.) e di almeno una cinquantina di chiese minori.