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CICLo AGOSTINIANo in una Vita de' Santi

Agostino predica al popolo, nella pubblicazione francese di in una Vita di sant'Agostino

Agostino predica al popolo

 

 

HERCULE B. L.

1880 circa

Edizione francese di una Vita de' Santi

 

Agostino predica al popolo

 

 

 

La scena della predicazione di Agostino al popolo è alquanto originale, se non altro nel modo di presentarla. Hercule, l'incisore che ha firmato la figura, ha preferito presentare il vescovo di Ippona in mezzo alla sua gente, fra quei pescatori, a cui spesso si rivolge durante le sue prediche. Una grossa cesta in vimini in mezzo ricorda quasi distrattamente le attività quotidiane della gente e richiama al senso del lavoro e alle fatiche di ogni giorno. Agostino sta predicando sul molo della città fra un gruppo di persone di ogni età: sullo sfondo si intravede il mare con qualche vela che si affaccia all'orizzonte. Un nitido arco classico inquadra la scena madre, quasi incorniciandola elegantemente. Sulla destra una piccola torre si affaccia sul porto a ricordare la presenza della città.

 

Siccome Valerio vescovo, era poco istruito nelle lettere latine, gli permise di predicare in sua presenza, cosa inusitata nella chiesa orientale, e molti ne biasimavano il vescovo; ma egli non ne faceva caso, perché era contento che un altro facesse quello che lui non poteva fare.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Agostino, che per non pochi anni fu retore di professione, una volta convertitosi all'impegno ecclesiale predicò sempre con entusiasmo, non solo a Ippona, sua sede episcopale, ma anche a Cartagine e occasionalmente anche altrove. I suoi sermoni, improvvisati, come usava allora, sulla base di qualche previo abbozzo orale, abitualmente venivano stenografati e poi messi in bella copia a opera dei monaci del suo monastero, per essere diffusi in raccolte più o meno organiche.

Christine Mohrmann ha dimostrato, in uno studio di ormai parecchi anni fa, che Agostino ha messo in opera, nei sermoni, un tipo particolare di eloquenza, caratterizzato da periodi generalmente brevi e comunque costruiti con prevalenza della paratassi sull'ipotassi, con largo impiego di figure retoriche semplici e, insieme, molto espressive, tali da sottolineare, senza oscurarlo, il senso del discorso: espressioni simmetriche, ripetizioni, assonanze, giochi di parole, sì da facilitarne comprensione e apprendimento da parte di un uditorio in larga parte di bassa condizione e cultura.

Agostino è stato il primo che nella cristianità di lingua latina si pose con chiarezza il problema della comunicazione a livello comunitario, arrivando a proporre, nel De catechizandis rudibus, diversi modi di espressione, più o meno elaborati, a secondo del diverso livello culturale dell'uditorio al quale veniva rivolta la predica, e affrontando di petto, nel quarto libro del De doctrina christiana, il problema del rapporto tra religione cristiana e retorica.

Agostino è tanto convinto dell'esigenza che il sermone predicato al popolo, per poter risultare efficace, debba essere presentato in forma adeguata, che arriva a consigliare al predicatore di per sé poco eloquente di imparare a memoria e recitare una predica composta da altri, come più di un secolo dopo avrebbe consigliato in Gallia Cesario di Arles.

Il suo biografo Possidio descrive così il successo di questa predicazione: "I suoi discorsi, che scaturivano e derivavano da mirabile grazia divina ed erano sorretti sia da abbondanza di argomenti razionali sia dall'autorità delle Scritture, gli stessi eretici correvano ad ascoltarli insieme con i cattolici, spinti da intenso ardore: chi voleva e ne aveva la possibilità, si valeva di stenografi i quali trascrivevano ciò che veniva detto" (POSSIDIO, Gesta Augustini 7, 3).