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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Valerio visita il monastero di Agostino, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Valerio visita il monastero di Agostino

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Valerio visita il monastero di Agostino

 

 

 

L'artista si è accontentato di ripetere lo stesso motivo di Agostino e dei monaci inginocchiati davanti a Valerio. Un albero separa le due scene. Una piccola cappella simboleggia il monastero indicato heremus. Valerio ha un atteggiamento amichevole e accogliente: apre le braccia per ricevere il saluto dei monaci e di Agostino in particolare, che è in ginocchio davanti a lui.

Ibi beato Augustino a presbitero ordinato et reuerso ad monasterium, sanctus senex Valerius episcopus ipsum similiter suos fratres in heremo paterne visitauit et deuocionis causa cum eis VIII diebus stetit. Hoc Possidonius et ex sermone beati Augustini superius allegato de obediencia ad prespiteros ypponenses, que incipit: "In omnibus operibus vestris."

Capitulum LXXII.

 

In questa città ero venuto per vedere un amico che speravo di guadagnare a Dio e portare con noi nel monastero. Stavo tranquillo, perché la sede era provvista di vescovo. Ma, preso con la forza, di sorpresa, fui ordinato sacerdote e attraverso quel gradino giunsi all'episcopato. Entrando in questa chiesa non portai nulla: solo i vestiti che indossavo in quel momento. E poiché il mio proposito era di vivere con i fratelli nel monastero, il vecchio Valerio, di venerata memoria, conosciuto il mio disegno e la mia volontà, mi fece dono di quel terreno in cui ora sorge il monastero. Cominciai allora a riunire fratelli di buona volontà che volessero essere miei compagni nella povertà, che nulla avessero di loro possesso come io non avevo nulla: che fossero disposti ad imitarmi.

Come io avevo venduto la mia piccola proprietà e dato ai poveri il ricavato, così avrebbero dovuto fare quelli che volevano vivere con me. Tutti saremmo vissuti del bene comune. Comune a tutti noi sarebbe stato un grande e fertilissimo podere, lo stesso Dio. Giunsi poi all'episcopato. E lì mi resi conto che il vescovo è tenuto ad usare ospitalità a coloro che lo vengono a trovare, o che sono di passaggio. Se il vescovo non lo facesse, apparirebbe non umano.

E in un monastero non sarebbe conveniente introdurre una tale consuetudine, perciò io volli avere con me, in questa stessa sede vescovile, un monastero di chierici. Ed ecco come viviamo. Dal momento che siamo in comunità a nessuno è lecito possedere in proprio.

AGOSTINO, Sermo CCCLV, 2