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CICLo AGOSTINIANo dI Carlisle

Battesimo di Agostino

Battesimo di Agostino a Milano

 

 

MAESTRO DI CARLISLE

(1484-1507)

Cattedrale di Carlisle

 

Battesimo di Agostino

 

 

 

La scena del battesimo viene ricordata: Her of saint Ambrose cristynid was the grete doctor Austine throgh godes grace. Ambrogio, sulla sinistra, vestito da vescovo, prende con la mano sinistra il braccio di Agostino, che se ne sta nudo nella vasca battesimale. A destra Alipio rende grazie a Dio mentre gli sta accanto il giovane Adeodato. La scena è ambientata in un battistero di stile romanico. Te deum laudamus, dice Ambrogio: Te dominus confitemus risponde Agostino. E' la vecchia formula de Te Deum che la tradizione attribuiva ai due santi. A questa scena non segue la vestizione di Agostino.

Abbiamo una copia di questa scena che fu raffigurata da Robert Carlile nel 1795, quando le tavole erano ancora tutte montate a forma di polittico fra due pilastri della chiesa.

 

 

Poi quando venne il momento di dare il mio nome lasciammo la campagna e ritornammo a Milano. Alipio decise di rinascere anche lui in te, con me. S'era già rivestito dell'umiltà che si addice ai tuoi sacri misteri, e col perfetto dominio che aveva sul suo corpo non si peritava di camminare a piedi nudi sulla terra ghiacciata d'Italia, con audacia rara. Prendemmo con noi anche Adeodato, il ragazzo nato da me, dalla mia colpa. L'avevi fatto bene, tu. Aveva appena quindici anni, e quanto a intelligenza era meglio di molti seri e dotti signori. Riconosco i tuoi doni, mio Signore e Dio, creatore dell'universo e capacissimo di dar forma ai nostri informi atti: non c'era nulla di mio in quel ragazzo, oltre al peccato. Che poi l'avessimo allevato secondo i tuoi principi eri stato tu e nessun altro a ispirarcelo: io riconosco i tuoi doni. C'è un libro mio, intitolato Il maestro: lì è lui a dialogare con me. Tu lo sai che tutti i pensieri lì proposti dal mio interlocutore sono suoi, e aveva sedici anni. Feci in tempo a conoscere altre sue doti, molto più ammirevoli.

Quella sua intelligenza mi faceva rabbrividire di spavento: e chi oltre a te può esser autore di miracoli simili? Presto lo hai tolto dalla terra, e sereno è il ricordo che ne ho, tanto più che non ho nulla da temere per la sua infanzia e la sua adolescenza, e nulla affatto per la sua età matura... Ce ne facemmo dunque un compagno e coetaneo nella tua grazia, da educare secondo la tua dottrina; e fummo battezzati e venne meno l'angoscia del passato. In quei giorni mirabili e dolcissimi non mi stancavo di considerare la profondità delle tue decisioni sulla salvezza del genere umano. Quanto piansi ascoltando l'armonioso risuonare delle voci che ti levavano inni e cantici nella tua chiesa che intensa suggestione! Quelle voci mi si insinuavano nelle orecchie e mi distillavano in cuore la verità, e sollevavano un'onda di appassionata devozione che fluiva in pianto, e mi faceva bene.

AGOSTINO, Confessioni  9, 6, 14, 6

 

Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano.

Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus.

S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

E in tal modo rispondendosi composero quest'inno, come narra anche Onorio nel suo libro Lo specchio della Chiesa.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea