Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > Historia Augustini > Monaci leggono e pregano

CICLo AGOSTINIANo della Historia Augustini

Dalla sesta alla nona ora: i monaci leggono e pregano, immagine tratta dalla Historia Augustini

Dalla sesta alla nona ora: i monaci leggono e pregano

 

 

HISTORIA AUGUSTINI

1430-1440

Manoscritto 78A 19a Kupferstichkabinett di Berlino

 

Dalla sesta alla nona ora: i monaci leggono e pregano

 

 

 

Tre monaci leggono nel monastero, ciascuno inquadrato in un'arcata del chiostro. Quello di sinistra legge da solo, quello al centro parla ad alta voce e commenta il testo a quello di destra. I visi, ora più grandi e meglio curati, sono diventati assai espressivi.

 

... in questo genere di vita nessuno è forzato a sostenere dure prove che non può sopportare; a nessuno è imposto qualcosa che rifiuta di fare e pertanto non è condannato da altri per il fatto che non si sente capace di imitarli. Si ricordano infatti con quanta energia le Scritture raccomandano a tutti la carità; si ricordano che: Tutto è puro per i puri e: Non quello che entra nella vostra bocca vi rende impuri, ma quello che ne esce Perciò mettono grande zelo non per rifiutare certi generi di cibi quasi fossero immondi, ma per domare la concupiscenza e per conservare l’amore dei fratelli. Si ricordano del passo che dice: I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi. Ma Dio distruggerà questo e quelli; e di quell’altro: Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne abbiamo un vantaggio; e soprattutto di quello: È bene, fratelli, non mangiare carne né bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi In effetti l’Apostolo mostra come tutte queste cose devono essere indirizzate al fine della carità; dice: Uno crede di poter mangiare tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia, non disprezzi chi non mangia e chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto.

Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare. E poco dopo: Chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio. E parimenti in quello che segue: Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. Cessiamo dunque dal giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non essere causa di inciampo o di scandalo al fratello. Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo. Avrebbe potuto meglio mostrare che non nelle cose stesse di cui ci alimentiamo, ma nel nostro spirito si trova una certa forza, capace di contaminarlo?

E per questo anche quelli che sono capaci di disprezzare queste cose e che sanno di certo che non si contaminano se hanno preso qualche cibo senza turpe cupidigia e con la mente rivolta in alto, devono comunque avere di mira la carità. Osserva cosa ne segue: Ora, se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità.