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CICLo AGOSTINIANo del Maestro di Uttenheim a Novacella

Agostino e la vedova, nel pannello del Maestro di Uttenheim nel convento di Novacella

Agostino e la vedova

 

 

MAESTRO DI UTTENHEIM

1460-1470

Chiesa e Convento di Novacella

 

Agostino e la vedova

 

 

 

La scena è molto complessa e composita con la descrizione di più episodi che possiamo indicare come Agostino e la vedova. Già presente nella Historia Augustini, questa leggenda è ricordata anche da Jacopo da Varagine. A sinistra Agostino legge con attenzione seduto davanti a un pulpito e una vedova cerca inutilmente di attirare la sua attenzione. A destra Agostino celebra una messa e alla consacrazione la vedova vede apparire improvvisamente l'immagine della Trinità. Con le braccia stese un angelo in alto a destra le indica la visione. Lo sguardo della donna è pieno di stupore e comprende su cosa stava meditando prima Agostino, cioè la Trinità. Ed è la Trinità l'unico legame fra le due scene, che è disegnata in alto mentre osserva entrambi gli episodi. Ha la forma di tre facce sotto una stessa fronte, procedimento questo contestabile, ma comune nel '400 e '500.

 

Il tema della leggenda riguarda la Trinità e il sofferto rapporto di amore e di intelligenza di Agostino, che cercò di penetrarne il mistero con ogni sforzo.

L'episodio viene descritto da Jacopo da Varagine:

"Una donna che aveva molto da soffrire per la cattiveria di alcuni, andò a chiedere consiglio a S. Agostino, lo trovò che studiava e lo salutò, ma lui non le rispose né la guardò. Essa pensò che lo avesse fatto a bella posta e che per spirito di santità non volesse guardare in faccia una donna; gli si fece da presso e gli raccontò il caso suo senza peraltro che egli rispondesse una parola, sicché essa si ritirò tutta triste. Il giorno appresso, mentre il santo celebrava la Messa, all'elevazione essa ebbe un'estasi e si trovò davanti alla Santissima Trinità, dove era anche S. Agostino, col viso basso, e che discorreva con molta attenzione del mistero della Santissima Trinità.

Allora sentì una voce che disse: - Quando tu sei stata a trovarlo, Agostino era intento così a studiare il mistero della Santissima Trinità, perciò non ti ha risposto. Tornaci e lo troverai pieno di affabilità e di bontà e ti saprà dare un consiglio. Essa lo fece ed Agostino, dopo averla ascoltata con bontà e attenzione, le diede un consiglio prudente."

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 8

 

Questa leggenda che metteva in luce il rapporto fra Agostino e la Trinità fu soppiantata da un'altra leggenda dal XV secolo che preferì raffigurare Agostino su una spiaggia mentre conversa con il fanciullo Gesù Bambino.

 

L'episodio è ricordato anche da Marco Antonio Sabellico nel suo Exemplorum libri, II, 6. Marcantonio Coccio o Cocci (nato a Vicovaro, circa 1436 e morto a Venezia, 1506) è stato uno storico italiano meglio noto come Sabellico, soprannome derivato dal luogo di nascita, nel territorio degli antichi Sabini. Dopo essere stato membro dell'Accademia romana di Pomponio Leto, insegnò retorica a Udine, Venezia e Verona. Compose una storia di Venezia dalle origini (Rerum Venetarum ad urbe condita libri XXXIII, 1487) che fu più tardi continuata da Pietro Bembo. Il successo ottenuto da questa compilazione lo indusse a scrivere un compendio in 92 libri di storia universale (Enneades sive Rapsodiae historiarum) il cui racconto giunge sino al 1504.