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CICLo AGOSTINIANo a Antequera

Interno della chiesa di sant'Agostino: i quadri della fascia superiore

Interno della chiesa di sant'Agostino: i quadri della fascia superiore

 

 

ANTONIO MOHEDANO DE LA GUTIERRA o MIGUEL DOMINGUEZ MONTELAISLA

1624-1626

Antequera, chiesa di sant'Agostino

 

Episodi della vita di sant'Agostino

 

 

 

Situata al centro della città di Antequera, la chiesa di sant'Agostino è stata costruita tra il 1550 e il 1566. Nel corso dei secoli tuttavia ha subito diverse ristrutturazioni e cambiamenti. La cappella principale è stata ristrutturata in stile manierista e vi si accede per mezzo di un grande arco trionfale. Presenta un piano rettangolare coperto da una volta gotica arricchita con decorazioni in gesso e con tele intarsiate che descrivono la vita di sant'Agostino. La loro esecuzione viene da alcuni storici attribuita ad Antonio Mohedano, che, secondo questa congettura, dovrebbe averle realizzate proprio sul finire della sua vita fra il 1624, anno in cui appaiono le incisioni di Bolswert a Parigi, a cui sono debitrici le scene che illustrano la vita di Agostino e il 1626, anno della morte del pittore. E' più probabile tuttavia che l'esecuzione delle pitture sia da ascrivere agli epigoni di Mohedano e in particolare a Miguel Domínguez Montelaisla, un pittore che ne seguì lo stile e che operò principalmente proprio ad Antequera. Miguel Domínguez Montelaisla, morto a Antequera durante l'epidemia di peste del 1649, è l'autore del dipinto che raffigura la morte di san Nicola da Tolentino, dove è evidente l'influenza di Mohedano nel trattamento delle figure, sebbene Dominguez esprima già chiari elementi del naturalismo.

Quest'opera, che oggi è conservata nel Museo della Città di Antequera, in origine era posta nella chiesa di S. Agostino e fu realizzata probabilmente attorno all'anno 1648, poco prima della morte prematura del pittore. L'opera evidenzia un legame fra il pittore e gli agostiniani, che gli commissionarono questo lavoro e forse anche il ciclo pittorico nella chiesa. Nella navata si conservano anche le pale di santa Rita, santa Barbara e la cappella della Santa sepoltura.

Il ciclo agostiniano di Antequera è complessivamente composto da 36 riquadri: nell'abside, sopra l'altare maggiore, la scena centrale raffigura la crocefissione, mentre ai suoi lati due riquadri propongono la diffusione della regola agostiniana e la figura di san Nicola da Tolentino con Agostino e la Vergine.

Sul lato sinistro della navata nel primo settore, nella fascia alta, si susseguono le raffigurazioni di sant'Agostino con un angelo, l'ambasciata ad Onorio, Agostino che guarisce un malato, Agostino compare in battaglia al duca di Mantova. Nella fascia inferiore seguono il battesimo di Agostino, l'incontro di Agostino con un bambino in riva ad una spiaggia. Le altre scene della vita e leggende di Agostino si trovano dal lato opposto: in alto c'è la scena di Agostino con il cuore trafitto dall'amore di Gesù, Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine, la morte del santo.

Nella fascia inferiore ci sono le scene della confutazione di Fortunato e Agostino che lava i piedi al Cristo pellegrino.

Proseguendo, da un lato e dall'altro, seguono numerosi riquadri che propongono raffigurazioni di monaci e monache agostiniani e in particolare episodi della vita di san Tommaso da Villanova e di san Nicola da Tolentino.

 

 

 

Antonio Mohedano

Probabilmente nacque a Lucena nel 1563, nelle vicinanze di Cordoba. In questa città in effetti è documentato il suo lavoro di pittore-doratore nella parrocchia di San Mateo. Per quanto si conosca poco della sua gioventù, si ipotizza che abbia frequentato a Cordoba il maestro di pittura Pablo de Céspedes. Il suo stile fu influenzato anche dallo studio degli affreschi italiani Giulio Aquiles e Cesare Arbasia e dai manieristi che lavoravano all'Escorial. Ad Antequer, gode di grande fama come pittore e coltiva con successo le arti letterarie tanto da indurre Pedro de Espinosa a includere due suoi sonetti nel suo florilegio di illustri poeti. Mohedano fu ammirato al suo tempo specialmente per gli affreschi, i cui migliori esempi si trovavano nella decorazione del Sagrario della Cattedrale di Cordoba e nel chiostro del convento di San Francesco de Siviglia.

Molto interessante è anche la sua produzione di nature morte, principalmente frutti. La più importante delle sue opere si trova nella chiesa dell'Annunciazione di Siviglia, come parte della pala d'altare principale, insieme ad altri dipinti di Juan de Roelas e Francisco Varela. L'opera è datata 1606 e consente di ammirare la sua maestria nel disegno, il suo squisito senso del volume e la ricchezza della sua tavolozza. Altre opere importanti di Mohedano si trovano ad Antequera chiesa di San Sebastiano con le tavole dell'Assunzione e della Trasfigurazione, nella chiesa di San Pietro una serie di tavole, nella chiesa di sant'Agostino un ciclo di santi dell'Ordine e altre tele dedicate a Santa Lucia e alla Sagrada Familia ad Antequera e a Siviglia. Nella sua città natale Lucena dipinse i dodici apostoli nella cupola della scomparsa chiesa di sant'Anna. Vissuto nell'epoca di transizione dal Manierismo al Barocco, Mohedano, come tutti gli andalusi del suo tempo, ha uno stile "italiano" somigliante in alcuni aspetti con i lavori di Guido Reni e sa esprimere un eclettismo che si concentra più che sul colore, alla moda veneziana, sul volume di figure, anticipando il plasticismo di Zurbanez. Formato nell'idealismo rinascimentale, raggiunge il culmine dell'estetica del manierismo, mentre nello stesso tempo il naturalismo delle sue composizioni e l'interesse mostrato per il chiaroscuro lo rendono un precursore del barocco seicentesco.

Muore a Antequera nel 1626.

 

Miguel Domínguez Montelaisla

Documentato a partire dall'anno 1624 nella città di Antequera, dove morirà nel 1649, sappiamo poco o nulla della sua infanzia. Alcuni suoi conoscenti lo definiscono "vecino de Antequera" senza specificare il suo paese natale. Josè, un pittore fratello di Miguel è ricordato in un manoscritto inedito di Rafael Artacho Perez (Hijos ilustres de Antequera) come figlio di Alonso Domingo de Marscal y Ana La Isla, Il padre era oriundo di Loia mentre la madre era di Antequera. Sposatosi con Maria de Viana, nel 1624 ebbe la figlia Florentina. Miguel sarebbe pertanto nato fra il 1590 e il 1600, dunque ben più giovane di Antonio Mohedano. Si risposò nel 1628 don Guiomar de Arteaga da cui ebbe le figlie Guiomar e Josefa Margarita.

Fra il 1630 e il 1640 Miguel lavora intensamente nella città di Antequera. Un contratto del 1634 lo impegna a dipingere un quadro del Santissimo Sacramento da porre nella cappella che il committente Manuel Mendez de Norona aveva nel convento di sant'Agostino. Un ulteriore contratto del 1634 gli prescrive l'esecuzione della immagine del Santo Salvatore, mentre nel 1646 sottoscrive l'impegno di educare alla pittura Juan Sanchez Sabera. Nel 1647 si sposa per la terza volta con Catalina Tafur. Nel febbraio del 1649 stipula un contratto per la doratura e pittura dell'insegna della Santa Cruz di Gerusalemme con Nicolas de Brja rappresentante della Confraternita di Gesù nazareno della città di Velz-Malaga. A settembre si risposa per la quarta volta con Maria Grijelmo de Sarrià. Lo scoppia dell'epidemia di pesta in città colpisce il pittore, che muore dopo aver redatto testamento, dove chiede di essere sepolto nella chiesa di san Pietro ad Antequera.

Il suo stile è legato al naturalismo del barocco sivigliano, che apprese dai lavori di Antonio Mohedano.