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CICLo AGOSTINIANo a Biella

Biella, chiostro della Casa di Riposo Belletti Bona

Biella, chiostro della Casa di Riposo Belletti Bona

 

 

MAESTRO DI BIELLA

1641-1645

Biella, chiostro della Casa di Riposo Belletti Bona

 

Episodi della vita di sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

 

 

 

Nell'attuale chiostro dell'ex-convento agostiniano di san Carlo, oggi adibito a Casa di Riposo Belletti Bona, si conserva un ciclo di affreschi con scene della vita di sant'Agostino e di san Nicola da Tolentino, il primo santo dell'ordine degli agostiniani. L'autore degli affreschi non è noto ed appartiene quasi certamente ad un orizzonte culturale locale del tardo Seicento, di modesta qualità artistica.

Un convento dei padri agostiniani fu fondato in Biella nel 1438 e nel 1484 fu aggregato alla Congregazione Riformata di Lombardia come riporta l'Herrera nel suo Alfabeto Agostiniano (tratto da Lustri Storiali De Scalzi Agostiniani Eremiti Della Congregazione D'Italia ... di Bartholomaeus a Sancta Claudia)

Dal DIZIONARIO GEOGRAFICO STORICO-STATISTICO-COMMERCIALE Di S.M. IL RE DI SARDEGNA si ricava inoltre che esistevano due conventi agostiniani a Biella: "Innanzi l'occupazione dei francesi eranci in questa città: ... I Padri Eremitani di sant'Agostino della Congregazione di Lombardia con tempio dedicato a san Pietro, i quali erano stati sostituiti nel 1484 agli agostiniani conventuali quivi introdotti nel 1235. Il loro convento aveva la più copiosa e stimabile biblioteca che esistesse in Biella.

Gli Agostiniani Scalzi di san Carlo, il cui convento era stato eretto nel 1641 per opera del principe Tommaso di Savoja, comechè a fondarlo varie nobili famiglie biellesi fossero eziandio concorse."

Gli Agostiniani scalzi di San Carlo furono presenti a Biella dal 1596 all'anno 1801 e dall'ultima citazione sembrerebbe che il loro monastero sia stato terminato nel 1641.

 

Della presenza agostiniana riformata in S. Pietro abbiamo una prima memoria riportata da D. Lebole, Storia della chiesa biellese (2004): "La chiesa di S. Pietro si trovava in corrispondenza dell'attuale Ospedale Vecchio. La prima attestazione è del 988 (vendita di un appezzamento di prato "in loco et fundo Buiella vel in eius territorio" che confina con la "terra sancti Petri": MHP, Chartarum, to. I, doc. 164). La chiesa risulta fra le dipendenze del capitolo di S. Stefano nella bolla di Innocenzo III del 1207 (ARMO, I, doc. 2), di nuovo nel 1228: in quest'ultima occasione per definire questa e le altre chiese soggette a S. Stefano si usa il termine 'capella' (BSSS 103, doc. 67). Il fatto che non compaia nella conferma dei possessi del capitolo fatta dal vescovo Ugo di Sessa nel 1227 può forse significare che era in atto un tentativo di ottenere l'indipendenza dal capitolo. Nel 1229 fra quest'ultimo e il magister Pietro de Avellanis, che ambiva al conferimento della chiesa, si apre una causa: sottoposta al vescovo di Vercelli e ai delegati papali, si conclude con la vittoria del capitolo e la rinuncia di Pietro de Avellanis. L'attribuzione, pochi decenni dopo, della chiesa di S. Pietro al neonato convento degli Eremitani di S. Agostino (cfr. oltre s.v. Convento di S. Pietro), non elimina del tutto il controllo esercitato su di essa dal capitolo di S. Stefano: nel 1358 si apre una questione a proposito di una presunta consacrazione della chiesa e del cimitero fatta a pregiudizio dei diritti dei canonici. Una seconda questione è sollevata in occasione del secondo rifacimento della chiesa nel 1682 (il primo, come attestano numerose donazioni, era stato effettuato a partire dal 1426 ed era proseguito per tutto il secolo). Nel 1799, sotto il governo napoleonico, la chiesa di S. Pietro diverrà sede dell'ospedale, prima situato presso la chiesa della SS. Trinità. La chiesa dà il nome ad uno dei trecenteschi quartieri di Biella."

 

Nelle lunette affrescate nel chiostro compare anche una serie di scene legate alla figura di san Nicola da Tolentino. Questa accoppiata è piuttosto inusuale, ma probabilmente si può comprendere alla luce di quanto testimonia nuovamente Lebole a proposito della esistenza di chiese dedicate in Biella a san Nicola da Tolentino: "Vi furono due chiese con questo nome. La più antica risale all'inizio del XVI secolo, e si trovava all'angolo fra le attuali via dei Conciatori e via Marucca, al Vernato. Rientrava nella giurisdizione della parrocchia di Vernato e almeno dal 1553 aveva sede qui la confraternita di S. Nicola da Tolentino. Si trattava di una chiesa di piccole dimensioni, dal momento che nelle fonti è definita oratorium e gisietto. La confraternita promuove a partire dal 1581 circa la sua ricostruzione in maggiori dimensioni, che sarà terminata all'inizio del XVII secolo. Quando nel 1641 gli Agostiniani Scalzi ottengono il permesso di aprire un convento a Biella la confraternita di S. Nicola accetta di cedere loro per qualche anno la chiesa (in considerazione dell'appartenenza del loro santo protettore, S. Nicola da Tolentino, all'ordine agostiniano). Pochi anni dopo (1646 circa), forse in conseguenza della cessione della vecchia chiesa agli agostiniani, si comincia la costruzione di un'altra chiesa dedicata a S. Nicola lungo la costa del Vernato. L'edificio fu completato all'inizio del secolo successivo. Nel 1773 si progetta di spostare la parrocchiale del Vernato da S. Biagio, che si trovava fuori dalle mura della città, alla chiesa di S. Nicola, ma il proposito non verrà attuato. Per quanto riguarda la chiesa vecchia di S. Nicola, dopo il trasferimento degli agostiniani, la confraternita vi fece costruire un torchio da vino e uno da olio, che erano affittati a privati. Risulta abbandonata nel 1778, viene definitivamente abbattuta nel 1955."

 

La scarsissima documentazione archivistica, provocata da un incendio che distrusse l'archivio nell'anno 1690, non permette di definire la storia della confraternita, nata nel Cinquecento, e delle chiese che le appartennero. Il primo documento che ricorda la nuova chiesa si trova negli atti della visita pastorale del 1661. In seguito dal 1721 fino al 1783 si procedette alla realizzazione della facciata, in stile barocco, su disegno dell'architetto Francesco Beltramo. L'interno della chiesa si presentava a navata unica con abside quadrata. Il coro ed il pulpito sono opere seicentesche e sono attribuibili ai Serpentiere ed agli Auregio Termine, due botteghe di intagliatori biellesi. Nel 1692 era già stato costruito l'altare maggiore e nel 1860 tutto l'interno venne decorato in parte con affresco da Carlo Artai di Campione. I membri della Confraternita di san Nicola portavano un abito con cappuccio. A Biella i confratelli nel corso del Cinquecento portarono l'abito bianco ma già all'inizio del Seicento vestivano di nero. L'antica usanza delle benedizione dei pani per la festa di san Nicola da Tolentino, comune a tutte le chiese a lui dedicate, è sopravvissuta a Biella fino a non molto tempo fa.