Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Giuseppe Guasparini

CICLo AGOSTINIANo DI GUASPARINI DI UMBERTIDE A Cortona

Agostino costruisce monasteri in Africa, lunetta nel chiostro del convento agostiniano di Cortona

Particolare del monastero che vien costruito

 

 

GUASPARINI GIUSEPPE

1669

Chiostro del convento di S. Agostino a Cortona

 

Agostino costruisce monasteri in Africa

 

 

 

Questa lunetta conclude il racconto avviato con la pittura dell'episodio della lunetta precedente. Guasparini in questa occasione riproduce una parte della stampa di Schelte da cui ha preso spunto e precisamente descrive la costruzione di monasteri. L'altra parte, predominante nella stampa, è stata celebrata nella lunetta precedente che ha trattato l'episodio della consegna della regola ai frati agostiniani. Nella stampa di Schelte la legenda riporta: Iam presbyter factus Augustinus in horto sibi a Valerio episcopo ad id donato monasterium construit regulamque sodalibus numero valde crescentibus servandam praescribit. In quella di Guasparini la dicitura, tardiva e sicuramente sovrapposta all'originale, riporta FABBRICA UN CONVENTO.

Lo stemma sottostante il dipinto riproduce le armi della nobile famiglia Serducci.

nella scena Guasparini ha posto al centro due frati che parlano con un uomo, probabilmente l'architetto che sovrintende i lavori di costruzione di un edificio monastico che si vede in lontananza su una piccola altura sotto un cielo azzurro. Il frate di sinistra volge lo sguardo allo spettatore mentre l'altro, probabilmente Agostino, sta discutendo con l'altra persona che con ampi gesti sembra voler illustrare il progetto e l'andamento dei lavori di costruzione.

 

Io ho amato ardentemente questo ideale e con tutte le mie forze esorto gli altri a seguirlo, ed ho con me fratelli che si sono decisi ad abbracciarlo per l'opera del mio ministero.

AGOSTINO, Lettera a Ilario

 

Fatto prete, subito istituì un monastero accanto alla chiesa e cominciò a vivere con i servi di Dio secondo il modo e la norma stabiliti al tempo degli apostoli. Norma capitale era che nessuno in quella società avesse qualcosa di proprio, ma tutto doveva essere in comune, e a ciascuno venir distribuito secondo il bisogno; ciò che egli aveva fatto già prima ritornando d'oltre mare al suo paese.

POSSIDIO, Gesta Augustini

 

Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.

11. 1. Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.

11. 2. Così di giorno in giorno s'imponeva e diventava più evidente la verità della predicazione della chiesa cattolica, e così anche il modo di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza e assoluta povertà: perciò dal monastero che quel grande uomo aveva fondato e fatto prosperare con gran desiderio (varie comunità) cominciarono a chiedere e ricevere vescovi e chierici, sì che allora prima ebbe inizio e poi si affermò la pace e l'unità della chiesa.

11. 3. In fatti circa dieci uomini santi e venerabili, continenti e dotti, che io stesso ho conosciuto, il beato Agostino, richiesto, dette a diverse chiese, alcune anche molto importanti.

11. 4. D'altra parte costoro, che dal loro santo modo di vita venivano a chiese di Dio diffuse in vari luoghi, si dettero ad istituire monasteri, e poiché cresceva lo zelo per l'edificazione della parola di Dio, preparavano a ricevere il sacerdozio fratelli, che furono messi a capo di altre chiese.

11. 5. Pertanto progrediva per mezzo di molti e in molti la dottrina di fede, di speranza e di carità insegnata nella chiesa, non solo in tutte le parti d'Africa ma anche nelle regioni d'oltremare: infatti con la pubblicazione di libri, tradotti anche in greco, grazie a quel solo uomo, con l'aiuto di Dio, tutto il complesso della dottrina cristiana venne a conoscenza di molti.

11. 6. Allora - com'è scritto - il peccatore a veder questo s'adirava, digrignava i denti e si struggeva (Sal. 111, 10); invece i tuoi servi - secondo quanto sta scritto - erano in pace con quelli che odiavano la pace e quando parlavano erano combattuti da quelli senza motivo (Sal. 119, 7).

POSSIDIO, Gesta Augustini 11, 1-6