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CICLo AGOSTINIANo DI GUASPARINI DI UMBERTIDE A Cortona

Funerali di Agostino, lunetta nel chiostro del convento agostiniano di Cortona

Particolare della scena dei Funerali di Agostino

 

 

GUASPARINI GIUSEPPE

1669

Chiostro del convento di S. Agostino a Cortona

 

Funerali di Agostino

 

 

 

La pittura segue fedelmente l'analoga stampa di Schelte. Nell'opera del fiammingo la scritta ricorda: Anima beatissima in coelum transmissa, corpus non sine uberrimus suorum lacrymis totiusque urbis et orbis luctu, incruento pro more sacrificio oblato, in basilica cathedrali D. Stephano sacra, terrae redditur. A Cortona quanto resta della scritta originaria riporta semplicemente la dicitura SEPOLTURA DI S. AGOSTINO.

La tavola originaria da cui Guasparini ha preso spunto fu incisa da Cornelius Galle, ma il cambio d'autore non incide sullo stile della serie. I movimenti sono più composti e anche di maggior movimento. Sullo sfondo si intravede Ippona con i suoi monumenti. Una fila di frati con la tunica nera degli agostiniani sta giungendo con le candele accese a S. Stefano Rotondo portando la salma di Agostino che ora è vestito da vescovo. La bara è portata a spalla anche da due vescovi. Un frate, girandosi con una torsione verso lo spettatore, si rivolge ai presenti, quasi a invitarli di non disturbare. Sulla destra un umile contadino si è inginocchiato al passaggio della salma in segno di profondo rispetto per la persona di cui si celebra il funerale.

Lo stemma associato alla lunetta è quello della famiglia Tommasi signori di Cintoia e subito sotto c'è una ulteriore scrittura che ricorda il cav. Luigi Tommasi sindaco della città. Luigi Tommasi Aliotti (1827-1903) fu sindaco di Cortona e fondò la locale Cassa di Risparmio, sposò Antonietta Magnani ed ebbe, fra gli altri figli, Luca, Giovanni, Lorenzo e Annibale. Come Sindaco Luigi Tommasi approvò nel Consiglio comunale di Cortona una deliberazione il 13 maggio 1892 che trattava l'acceleramento del Catasto nella Provincia d'Arezzo, che divenne proposta di legge alla Camera dei Deputati. Dimora di questa nobile famiglia era Villa Tommasi Aliotti poco distante da Cortona. La villa, circondata da un ampio parco, fu costruita nel Cinquecento. La famiglia Tommasi Aliotti fu una delle famiglie più ricche ed importanti di Cortona e nel corso dei secoli i vari proprietari fecero diverse modifiche alla villa. Nell'Ottocento Luigi Aliotti ne modificò la struttura assumendo l'aspetto attuale. Un grande piazzale con una fontana ovale al centro caratterizza l'intero edificio. La grande vasca ovale risale probabilmente ai cambiamenti apportati dal Cavaliere Luigi Tommasi Aliotti nell'Ottocento. Il 2 giugno 1894 il Sindaco inaugurò il Monumento a Giuseppe Garibaldi per celebrare uno dei grandi promotori dell'Unità d'Italia.

 

31. 3. Perché nessuno disturbasse il suo raccoglimento, circa dieci giorni prima di morire, disse a noi, che lo assistevamo, di non far entrare nessuno, se non soltanto nelle ore in cui i medici entravano a visitarlo o gli si portava da mangiare. La sua disposizione fu osservata, ed egli in tutto quel tempo stette in preghiera.

31. 4. Fino alla sua ultima malattia predicò in chiesa la parola di Dio ininterrottamente, con zelo e con forza, con lucidità e intelligenza.

31. 5. Conservando intatte tutte le membra del corpo, sani la vista e l'udito, mentre noi eravamo presenti osservavamo e pregavamo, egli - come fu scritto - si addormentò coi suoi padri, in prospera vecchiaia (1 Re, 2, 10). Per accompagnare la deposizione del suo corpo, fu offerto a Dio il sacrificio in nostra presenza, e poi fu sepolto.

31. 6. Non fece testamento, perché povero di Dio non aveva motivo di farlo. Raccomandava sempre di conservare diligentemente per i posteri la biblioteca della chiesa con tutti i codici. Quel che la chiesa aveva di suppellettili e ornamenti, affidò al prete che alle sue dipendenze curava l'amministrazione della casa annessa alla chiesa.

31. 7. Né durante la vita né al momento di morire trattò i suoi parenti, sia quelli dediti alla vita monastica sia quelli di fuori, nel modo consueto nel mondo. Quando viveva, dava a costoro, se era necessario, quel che usava dare agli altri, non perché avessero ricchezze ma perché non fossero poveri e non lo fossero troppo.

31. 8. Lasciò alla chiesa clero abbondante e monasteri di uomini e donne praticanti la continenza con i loro superiori; inoltre, biblioteche contenenti libri e prediche sia suoi sia di altri santi, dai quali si può conoscere quanta sia stata, per dono di Dio, la sua grandezza nella chiesa e nei quali i fedeli lo trovano sempre vivo. In tal senso un poeta pagano, disponendo che i suoi gli facessero la tomba in luogo pubblico ed elevato, dettò questa epigrafe: Vuoi sapere, o viandante, che il poeta vive dopo la morte? Ecco, io dico ciò che tu leggi: la tua voce è la mia.

POSSIDIO, Gesta Augustini 31, 3-8