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PITTORI: Jiří Matěj Nettl

Agostino appare al papa Giovanni XXII per esortarlo ad affidare il suo corpo agli Eremitani

Agostino appare al papa Giovanni XXII per esortarlo ad affidare il suo corpo agli Eremitani

 

 

JIRI MATEJ NETTL

1699

Praga, chiesa di san Tommaso, provenienti dal monastero di Lnáře

 

Agostino appare al papa Giovanni XXII per esortarlo ad affidare il suo corpo agli Eremitani

 

 

 

In questa ventiduesima lunetta sant'Agostino appare in sogno al papa Giovanni XXII e lo esorta ad affidare agli Eremitani la custodia del suo corpo a Pavia. La scena è stata raramente raffigurata e questo lascia presupporre che l'ideatore del progetto iconografico fosse a conoscenza delle leggende medioevali tramandate nei codici tedeschi riguardanti la vita di Agostino. La scena è ambientata all'interno di una camera, di cui si vedono alcune suppellettili e tendaggi. La figura del Papa è riconoscibile per la presenza delle delle insegne episcopali sul tavolo. Agostino è ritto in piedi in abiti da monaco eremitano e appare in sogno al papa che sta seduto in dormiveglia con la testa appoggiata al braccio destro. Agostino, che è avvolto da una luce sfolgorante, gli sta chiedendo o spiegando qualche cosa, da come si può arguire dal gesticolare delle mani e delle braccia. Il volto del papa a questo punto sembra ridestarsi e prestare attenzione all'interloquire di Agostino.

A sinistra del dipinto scopriamo l'emblema del committente e la scritta: "Illustrissima Dna Dna Beatrice / Pac: Rom: Imp: Comitissa Archin / tiana nata Herula Comitissa de / Schlik f: f:“. Questa scena non è presente nelle incisioni di Bolswert e neppure nel ciclo iconografico di Třeboň.

 

Una raffigurazione di questo episodio si trova nel ciclo iconografico seicentesco di Ganassini a Viterbo, nel chiostro del convento agostiniano locale. In quel caso una iscrizione in margine al dipinto, specifica dettagliatamente l'argomento dell'affresco e riporta: pontificem monet in somnis his vocibus utens diversos revoca fratres pastore sub uno. Ganassini nel suo dipinto intende celebrare gli eremitani agostiniani e il loro desiderio non solo di sentirsi figli spirituali di Agostino, ma pure di essere anche custodi del suo corpo. A Pavia i monaci agostiniani arrivarono nel 1327 su invito papale e la scena con la presenza di Agostino, serve a descrivere l'episodio miracoloso che convinse Giovanni XXII ad affidare la custodia del corpo agli Eremitani.

L'episodio è leggendario e deriva certamente dalla necessità dei monaci di avere un credito storico di antica data per giustificare la custodia del corpo di Agostino al loro Ordine piuttosto che a un altro. Il papa Giovanni XXII, rispondendo alla richiesta dei monaci agostiniani eremitani, avrebbe dichiarato: Dignum estimamus ut pater filiis caput suis membri magister suis discipulis dux suis militibus commendatur. In tal modo il papa sancì e accolse la richiesta dei monaci.

Giovanni XXII fu un Papa piuttosto anziano essendo stato eletto all'età di 67 anni. Il suo pontificato è uno dei più negativamente descritti dagli storici di ogni tempo; basti pensare che Dante che è morto 13 anni prima di lui (1321) già lo colloca all'inferno e lo ricorda nel 130° verso del XVIII del Paradiso: "Ma tu che sol per cancellare scrivi...". Aveva un'idea della Chiesa come un'istituzione che doveva essere per sua natura ricca per dimostrare lo splendore della Fede.

 

 

Jiří Matěj Nettl

L'autore del ciclo, il pittore Jiří Matěj Nettl, nacque il 14 febbraio 1660 a Blovice. Tra le commissioni più importanti di Nettl nel periodo in cui è documentata la sua attività nel convento di Lnáře, troviamo principalmente il ciclo relativo alla vita di san Nicola da Tolentino per il monastero agostiniano scalzo a Praga dal 1696 al 1698. Ha realizzato altri 24 dipinti per Lnáře nel ciclo della Passione di Cristo nel 1702 e sette dipinti con temi cristologici e mariani. Allo stesso tempo ha realizzato 12 dipinti di paesaggi, otto ritratti di membri dell'Ordine agostiniano e i ritratti del conte Tomáš e Zuzana Černínových di Chudenice. Con la sua pittura tenebrosa, Nettl costituisce un esempio dell'accoglienza riservata ai disegni grafici olandesi nell'arte barocca ceca intorno al 1700. Il pittore morì a Plzen il 17 settembre 1747.