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PITTORI: Jiří Matěj Nettl

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

JIRI MATEJ NETTL

1699

Praga, chiesa di san Tommaso, provenienti dal monastero di Lnáře

 

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

 

La scena, che rappresenta una delle leggende più diffuse nel medioevo sul tema della Trinità, mostra Agostino mentre viene ammonito da un angelo in riva al mare mentre cerca di comprendere il mistero della Santissima Trinità. L'episodio è incastonato in un paesaggio oscurato dal mare. Nel mezzo della composizione vediamo la figura eretta di Agostino in vesti eremitane con il saio nero, che regge nella mano destra un libro. Ai suoi piedi un angelo in ginocchio sta giocando con una conchiglia di mare e versa dell'acqua in una buca. Sopra di loro campeggia la Santa Trinità in un mandorla ovale che lancia raggi luminosi nel cielo. L'iscrizione a lato della lunetta recita: “Illustrissima Herula Ma / ria Josepha Czernini / ana de Chudenic. F. F. / A 1699 ”.

Il dipinto è in parte collegato al modello grafico, che troviamo nella stampa di Bolswert, dove però è associato all'incontro del santo con i monaci dal monastero di Monte Pisano. Nettl tuttavia ha adattato il soggetto facendone un argomento separato con una scena che occupa l'intera area pittorica. la stessa soluzione la troviamo negli affreschi di Třeboň. Entrambi i cicli boemi sono comparabili nella rappresentazione della figura di Sant'Agostino con il libro aperto in mano e soprattutto nel gesto dell'altra mano verso l'angelo sulla riva del mare. Il quadro fu commissionato a Netl da Marie Josefa Černínová († 1726), figlia Tomáš Zache, Conte Černín di Chudenice.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

La leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa.

 

 

Jiří Matěj Nettl

L'autore del ciclo, il pittore Jiří Matěj Nettl, nacque il 14 febbraio 1660 a Blovice. Tra le commissioni più importanti di Nettl nel periodo in cui è documentata la sua attività nel convento di Lnáře, troviamo principalmente il ciclo relativo alla vita di san Nicola da Tolentino per il monastero agostiniano scalzo a Praga dal 1696 al 1698. Ha realizzato altri 24 dipinti per Lnáře nel ciclo della Passione di Cristo nel 1702 e sette dipinti con temi cristologici e mariani. Allo stesso tempo ha realizzato 12 dipinti di paesaggi, otto ritratti di membri dell'Ordine agostiniano e i ritratti del conte Tomáš e Zuzana Černínových di Chudenice. Con la sua pittura tenebrosa, Nettl costituisce un esempio dell'accoglienza riservata ai disegni grafici olandesi nell'arte barocca ceca intorno al 1700. Il pittore morì a Plzen il 17 settembre 1747.