Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Italia > Mondolfo

CICLo AGOSTINIANo nel Chiostro di Mondolfo

Il chiostro agostiniano di Mondolfo

Il chiostro del convento agostiniano di Mondolfo

 

 

MAESTRO DI MONDOLFO

1650-1670

Chiostro del convento agostiniano di Mondolfo

 

Episodi della vita di sant'Agostino

 

 

 

La chiesa e il convento di Mondolfo furono edificati alla fine del XIII secolo dai monaci eremitani di sant'Agostino provenienti dal vicino eremo di san Lorenzo in Piaggiolino. Ottemperando ad un ordine papale questi monaci avevano abbandonato i loro possedimenti annessi a Fonte Avellana per trasferirsi a Mondolfo. Il complesso subì vari restauri e ampliamenti, il primo dei quali risale al 1467, quando le distruzioni causate dalle guerre richiesero lavori alla chiesa che furono eseguiti da mastro Antonio di Pietro da Vercelli.

Il convento venne ricostruito con il chiostro alla fine del Cinquecento, fra il 1585 e il 1593, come è attestato da una lapide. Si presenta attualmente con un ampio e bel porticato costituito da colonne semplici a tutto sesto. Al centro sta un pozzo con annessa una piccola vasca in pietra sorretta da due lastroni scolpiti con decorazioni.

Il complesso si articola attorno ad un ampio cortile quadrato pavimentato in cotto e include nell'ala est il cosiddetto "Chiostro della Preghiera" che conserva le sue forme architettoniche originali. E' lungo queste pareti che erano stati dipinti grandi affreschi, oggi conservati solo in parte, che narrano episodi della Vita di sant'Agostino. Questi affreschi che coprono le lunette anche lungo il lato nord del chiostro sono databili alla seconda metà del Seicento.

Nel complesso si trova anche il cosiddetto "Chiostro del lavoro", un grande atrio destinato ai servizi ed area di comunicazione e di accesso ai mezzi esterni.

Il convento fu soppresso una prima volta in età napoleonica, poi, definitivamente, con la confisca dei beni degli Ordini Religiosi imposta all'indomani della costituzione del Regno d'Italia. Nel 1868 l'intero edificio divenne di proprietà comunale. In parte fu ceduto a privati, che ne modificarono la struttura originaria.

All'interno la chiesa, che si presenta a navata unica con volta a botte, è molto ampia e alta. Lungo entrambe le pareti si susseguono ben dodici altari scolpiti in legno o lavorati in pietra che conservano dipinti seicenteschi.