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CICLo AGOSTINIANo NEL CHIOSTRO DI Narni

Agostino guarisce un priore ammalato che nutriva grande devozione per lui

Agostino guarisce un priore ammalato che nutriva grande devozione per lui

 

 

CARLO FEDERICO BENINCASA

1693

Narni, chiostro del convento agostiniano

 

Agostino guarisce un priore ammalato che nutriva grande devozione per lui

 

 

 

Il pessimo stato di conservazione dell'ultima lunetta di questo lato del chiostro che narra episodi della vita di Agostino non consente di esprimere una sicura interpretazione della scena. Sul cartiglio si riesce a leggere frammentariamente "S'offrino pure al ciel vittime e voti se i santi dan sepolcro ai lor divoti".

La struttura della scena sembra rimandare ad una leggenda medioevale che viene descritta da Jacopo da Varagine:

"Il custode di una chiesa molto devoto di S. Agostino, da tre anni era tanto ammalato che era costretto a stare a letto. Il giorno della vigilia della festa del Santo, mentre suonavano i vespri, si raccomandò a lui con molto fervore, ed il santo gli apparve vestito di bianco e gli disse: - Tu mi hai chiamato; eccomi; alzati e celebra con fervore sera in mio onore. Ed il malato perfettamente guarito si alzò e si recò in chiesa fra la meraviglia di tutti quelli che lo videro."

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Nelle altre raffigurazioni similari relative al medesimo episodio compaiono generalmente due soli personaggi: Agostino e il priore. Tuttavia di solito Agostino si presenta in veste episcopale, mentre in questa occasione indossa la tonaca dei monaci eremitani. Il priore in ogni caso è sempre raffigurato disteso sul letto con lo sguardo rivolto ad Agostino.

Questo episodio leggendario fu ripreso e raffigurato nel Seicento in diverse occasioni: da Fanzago Cosimo (1591-1678) a Napoli (Stalli dalla chiesa di S. Agostino, oggi nel Museo Certosa di San Martino), da Schelte di Bolswert (1624) a Parigi, nella edizione a stampa della vita di Agostino, dal Maestro di Corciano (1650-1680) a Corciano, nell'ex convento agostiniano, da Miguel de Santiago (1656) a Quito, nel monastero agostiniano e da Guasparini Giuseppe (1669) a Cortona, nel chiostro convento di S. Agostino.