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CICLo AGOSTINIANo a NOVARA

Ritratto di Giuseppe Nuvolone, tela del 1640-1660 a Brescia, Musei Civici di Arte e Storia

Ritratto di Giuseppe Nuvolone

 

 

GIUSEPPE NUVOLONE

1655

Collegio Nazionale di Novara

 

Scene dalla vita di sant'Agostino

 

 

 

Nel Collegio Nazionale (già chiesa di Sant'Agostino) a Novara si conserva un ciclo della vita del santo dipinto da Giuseppe Nuvolone, un pittore barocco lombardo, su quadroni di cm 365x240. Il ciclo fu probabilmente commissionato dagli Agostiniani che reggevano spiritualmente la chiesa.

I temi raffigurati dal pittore sono la Conversione di Agostino, un ricordo della sua attività letteraria, quando appare Ispirato da Dio mentre scrive il De Trinitate e infine una rivisitazione di un altro tema caro alla iconografia agostiniana: il Mistero della Trinità nel famosissimo episodio del santo che incontra e interroga un fanciullo sulla riva del mare. Il ciclo probabilmente era completato da un quarto telero di cui si sono perse le tracce.

La pittura di Nuvolone evidenzia una propensione ad enfatizzare le forme barocche e a strutturare le composizioni in modo personale e complesso. Le Storie di S. Agostino nella omonima chiesa novarese ne sono un chiaro esempio. Una tela riporta la data 1665, il che inquadra storicamente l'attività che lo vide operare nella realizzazione di questo ciclo.

Lo prova la scritta con firma e data sul sant'Agostino intento a scrivere il De Trinitate: IOS.H NIVOLO.S.D.S PANFILUS/PN.T ANNO 1665. Della vicenda agostiniana Giuseppe sceglie, meditando sulle confessioni, le scene che rispecchiano la vita interiore e l'esperienza claustrale. Di questo iter si conservano tre atti, anche se la descrizione di Bianchini fa pensare ad un quarto dipinto scomparso.

L'analisi stilistica della trilogia conferma un'attenzione continua alle invenzioni di Cerano, alle sue superfici metalliche anche se ambiguamente sfogliate e la conservazione di una luce frutto di sapienti miscele tra maniera e suggestioni barocche. Ad innovare il tessuto avito, si aggiungono una sensibilità agli echi spagnoli e l'apertura alle tonalità cromatiche dei genovesi.