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CICLo AGOSTINIANo di Notre Dame des VictoiRes a Parigi

Agostino esorcizza degli indemoniati in dipinto nel Refettorio del Convento di Notre-Dame-des-Victoires a Parigi

Agostino esorcizza degli indemoniati

 

 

JOSEPH PARROCEL

1694

Nantes, Museo des Beaux Arts, Tavola dispersa dal refettorio del Convento di Notre-Dame des Victoires a Parigi

 

Agostino esorcizza degli indemoniati

 

 

 

L'opera fu eseguita nel 1694 e il pittore (Brignoles 1646 - Parigi 1704) ha trattato il soggetto in modo ben più drammatico di quanto non abbia fatto Schor a Novacella. Al centro della tavola giace riverso un uomo seminudo con la testa reclinata, un braccio teso ancora preda delle convulsioni.

Un altro posseduto dal demonio che si sta ancora dimenando viene portato a braccio da tre persone, mentre alcuni monaci a destra guardano sconsolati e tristi gli uomini in preda alle convulsioni. Agostino è in ginocchio in preghiera con lo sguardo a cielo e le braccia aperte alla consolazione.

L'opera è stata acquisita dal Museo des Beaux-Arts di Nantes nel 1804. Classificato come "Saint Augustin guérissant les malades" il quadro, dipinto su tela, misura 166 x 256 cm

 

Parrocel appartiene a una famiglia di pittori francesi attivi tra il Sei e il Settecento, specializzati nell'esecuzione di quadri di battaglia e scene di vita militare. Il principale esponente fu Joseph (Brignoles 1646-Parigi 1704), conosciuto anche come Parrocel des Batailles o Parrocel le Vieux. In Italia dal 1667 al 1675, è documentato dapprima a Roma, dove studia con Jacques Courtois subendo l'influsso di Salvator Rosa, e quindi a Venezia, dove assimila la lezione dei grandi maestri del Cinquecento, senza trascurare l'attenzione per contemporanei quali Bernardo Strozzi e Johann Liss. Al suo ritorno in Francia (1675) si stabilisce a Parigi dove diviene membro dell'Académie Royale, affermandosi nell'ambito dei soggetti militari, genere che vivifica attraverso l'esecuzione brillante e focosa, il colorito intenso e il tocco spesso, che gli valgono importanti commissioni regie, quali il ciclo di scene militari per la Salle du Grand Couvert a Versailles (1685-88, in situ) e la Traversée du Rhin (1699, Parigi, Louvre) per il castello di Marly. L'originalità del suo linguaggio rispetto al gusto del tempo è ben esemplificata dalle soluzioni adottate nel St. Jean-Baptiste (1694, Arras, Musée des Beaux-arts), dove i forti contrasti di luci e ombre, la velocità del tocco, la costruzione in diagonale, la vivacità coloristica rivelano l'esplicito riferimento a Tintoretto, all'epoca poco apprezzato negli ambienti accademici.

Il figlio Charles (Parigi 1688-1752) è avviato dal padre alla pittura studia poi con Charles de La Fosse e Bon de Boullogne, completando la propria formazione in Italia. Sulle orme paterne, sceglie i soggetti militari come ambito di elezione, anche se l'esperienza al seguito di Luigi XV nelle campagne militari lo porta a dedicarsi, accanto ai soggetti propriamente guerreschi, alla raffigurazione di scene di vita militare (Le repos des granadiers, 1737, Parigi, Louvre), descrizioni degli aspetti ordinari e del quotidiano che, trascritte con una minuziosa attenzione per i dettagli e sostenute da una tavolozza vivace, sfiorano la scena di genere.

Pittore e incisore fu Pierre (Avignone 1670-Parigi 1739), nipote di Joseph che lavorò a Marsiglia dipingendo 4 pannelli con la Vie de la Vierge. Chiamato a Parigi dal duca di Noailles decorò per questi la galleria del suo palazzo a Saint-Germain-en-Laye (16 tavole con l'Histoire deTobie, 1723, sono oggi a Marsiglia, al Musée des Beaux-Arts).