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CICLo AGOSTINIANo di Marzio Ganassini a Viterbo

Affreschi di Ganassini nel chiostro della chiesa della SS. Trinità: Agostino guarisce un giovane

Agostino ammalato guarisce un giovane: particolare del miracolo

 

 

MARZIO GANASSINI

1610

Chiostro della Chiesa della SS. Trinità a Viterbo

 

Agostino guarisce un giovane

 

 

 

L'iscrizione in margine al dipinto riporta: lethifero pater ipse manentes languore gravatus aegrotum dextra tangit sanumque relinquit. Ganassini riproduce un altro episodio leggendario della vita di Agostino, che pare si sia verificato in punto di morte del santo. Agostino è a letto ammalato, ormai morente, quando gli si avvicina un vecchio padre con il figlio ammalato: Agostino lo benedice dal capezzale e il ragazzo guarisce. Tre frati assistono all'evento che si svolge in una ampia camera da letto con baldacchino. Agostino ha un aspetto vecchio, con una folta barba bianca e benedice con una mano. L'ambiente è semplice e richiama anche nei particolari la drammaticità dell'episodio e lo sconforto dei frati che guardano Agostino morente.

 

Intanto venne da lui un ammalato a domandargli con insistenza che lo guarisse ed egli rispose:

- Figlio mio, credi tu che se io ne avessi avuto il potere non ne avrei usato prima per me? Ma l'ammalato insisteva dicendo che in una visione gli era stato dato questo comando. Vedendo la sua fede, il santo gli impose le mani e lo guarì.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

 

29. 5. Parimenti, mentre era malato e stava a letto, venne da lui un tale con un suo parente malato e lo pregò di imporre a quello la mano perché potesse guarire. Agostino gli rispose che, se avesse avuto qualche potere per tali cose, in primo luogo ne avrebbe fatto uso per sé. Ma quello replicò che in sonno aveva avuto un'apparizione e gli era stato detto: « Va' dal vescovo Agostino perché imponga a costui la sua mano, e sarà salvo ». Appreso ciò egli non indugiò a fare quel che si chiedeva, e il Signore subito fece andar via guarito quel malato dal suo letto.

POSSIDIO, Gesta Augustini 29, 5