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CICLo AGOSTINIANo di Marzio Ganassini a Viterbo

Affreschi di Ganassini nel chiostro della chiesa della SS. Trinità: Visita a Simpliciano

Visita a Simpliciano: particolare dell'incontro di Agostino con il mentore di Ambrogio

 

 

MARZIO GANASSINI

1610

Chiostro della Chiesa della SS. Trinità a Viterbo

 

Visita a Simpliciano

 

 

 

L'iscrizione in margine al dipinto riporta: Visitat aeflatum divino Simplicianum Insignem mira semplicitate virum. La scena vede due soli protagonisti: Agostino e Simpliciano, che se stanno seduti sulla destra in prossimità di una scala. Una fuga prospettica dilata gli spazi del luogo dove sono in conversazione. Simpliciano indossa un saio nero, quello degli eremitani agostiniani, mentre Agostino veste civilmente: i due stanno dialogando con passione ed accompagnano le parole con ampi gesti delle braccia. Agostino porta in testa un cappello, com'è sua abitudine, mentre Simpliciano ha la testa calva con una tonsura di capelli bianchi e il viso piuttosto anziano, come si addice a un vecchio di più di settant'anni. La scena, pur scarna, è vivacissima.

 

Allora m'ispirasti il pensiero, apparso buono ai miei occhi, di far visita a Simpliciano la cui vita aveva interamente consacrato a te. Allora era vecchio e nella lunga esistenza passata a seguitare la tua via con impegno così santo, mi sembrava avesse acquistato grande esperienza, grande sapienza; né mi sbagliavo.

AGOSTINO, Confessioni 8, 1, 1

 

Feci dunque visita a Simpliciano, padre per la grazia, che aveva ricevuto da lui, del vescovo Ambrogio e amato da Ambrogio proprio come un padre.

AGOSTINO, Confessioni 8, 2, 3

 

Iddio gli ispirò di consultare in proposito Simpliciano, uomo divinamente illuminato, per esporgli ciò che passava nel suo cuore e domandargli un consiglio. Simpliciano lo consigliò e lo esortò; ed Agostino rimproverando se stesso disse:

- Ci sono tanti e tante giovani che nella chiesa di Dio servono il Signore non posso dunque io fare quello che fanno loro ? Gettati nelle braccia del Signore ed egli ti salverà. Intanto anche Vittorino si convertì. Era uomo che godeva tanta stima, tanto che, lui vivente, gli era stata eretta una statua a Roma, sulla pubblica piazza, ma Simpliciano gli diceva:

- Io non ti crederò fino a che non ti avrò visto in chiesa.

E Vittorino gli rispondeva: - Sono forse le mura che fanno il cristiano? Alla fine, toccato dal Signore, venne in chiesa, fece la professione di fede fra la gioia e le acclamazioni del popolo.

JACOPO da VARAGINE, Legenda Aurea

 

Nelle sue Confessioni Agostino dirà che il Signore stesso lo ha indirizzato al prete di Milano: "Ed ecco, Tu suggeristi alla mia mente l'idea di rivolgermi a Simpliciano, che si presentava come un fedele in cui risplendeva la Tua grazia". Preparato da Simpliciano, Agostino riceve il battesimo dal vescovo Ambrogio nel 387. Questo eccezionale catechista, forse romano di origine, è cristiano fin dalla giovinezza. Dopo anni di studi classici e di viaggi viene ordinato sacerdote, e diventa famoso quando converte al cristianesimo uno degli intellettuali più illustri del tempo: Caio Mario Vittorino. A Milano lo troviamo nel tempo in cui Ambrogio vi risiede ancora come governatore civile di quasi tutta l'alta Italia. E qui rimane per sempre, aiutando il vescovo Ambrogio con la sua preparazione teologica ed esegetica, e influendo col suo prestigio sull'ambiente culturale della città. Mantiene contatti epistolari con Agostino, poi vescovo di Ippona, che dall'Africa gli manda i suoi scritti, chiedendo giudizi e consigli. Il vescovo Ambrogio muore il 4 aprile 397, dopo aver indicato come successore proprio Simpliciano, ormai vicino agli ottant'anni. "È vecchio, ma buono", avrebbe detto Ambrogio morente, e così Simpliciano gli succede, per un episcopato di circa quattro anni, sul quale abbiamo poche notizie.

 

Simpliciano, conosciuto anche come san Simpliciano di Milano (Roma, 320 – Milano, 401), fu arcivescovo di Milano dal 397 fino alla sua morte, succedendo nella cattedra episcopale a sant'Ambrogio. Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Il legame tra san Simpliciano e sant'Ambrogio fu sempre riconosciuto come molto forte: fu infatti quest'ultimo, quando ancora stava preparandosi a ricevere il battesimo, a incaricare l'allora sacerdote Simpliciano di completare la sua istruzione religiosa. San Simpliciano svolse lo stesso ruolo nell'esperienza religiosa di Agostino da Ippona, che grazie a lui fu spinto alla carriera religiosa. Il rapporto tra i due fu sempre costante e attivo anche sotto l'aspetto intellettuale ed epistolare, in particolare da quando Agostino si trasferì nella propria sede episcopale africana di Ippona.