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CICLo AGOSTINIANo di FELIX ANTON SCHEFFLER a Baumburg

Felix Anton Scheffler: Agostino missionario della Chiesa, affresco a Baumburg, chiesa del convento di sant'Agostino

Agostino missionario della Chiesa

 

 

FELIX ANTON SCHEFFLER

1756-1757

Baumburg, chiesa di santa Margherita

 

Agostino missionario

 

 

 

Il pittore qui ha voluto rappresentare la missione universale degli agostiniani. L'attività missionaria vera e propria fu iniziata dai monaci agostiniani nel 1622 quando prese vita la congregazione preposta fondata da papa Gregorio XV. Il tema dei discepoli di Cristo che conquistano l'universo è un tema centrale per l'arte rococò e soprattutto per la Germania, poiché era una modalità per richiamare la loro appartenenza alla cattolicità e alla Chiesa di Roma.

Agostino qui è con l'aureola su una barca, mentre sta per sbarcare in terre sconosciute per evangelizzarle. La vela riproduce una tradizionale scena iconografica con il bambino in riva alla spiaggia: canonici ed eremitani seguono il santo e si apprestano a sbarcare accolti da due indigeni.

Sulla vela è raffigurata la scena dell'incontro di Agostino in riva ala mare con un bambino. Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.