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PITTORI: Jakub Pischel

Agostino scrive le sue opere

Agostino scrive le sue opere

 

 

PISCHEL JAKUB

1756

Havlíčkově Brodě, monastero agostiniano

 

Agostino scrive le sue opere

 

 

 

La scena non è facilmente identificabile con un evento specifico della vita di Agostino. Il pittore ha cercato di immortalare il santo mentre sta lavorando ad uno dei suoi scritti, probabilmente il De Civitate Dei. Sant'Agostino è seduto alla sua scrivania, con un grande libro steso, su cui scrive, e appoggiati o accanto ad esso ci sono anche i suoi attributi episcopali, cioè la mitra e il bastone pastorale. Nel momento di massima tensione, quando ha già in mano la penna per scrivere, un piccolo angelo vola verso di lui e mette una piccola ghirlanda sulla sua penna d'oca. Alle spalle di Agostino, grazie alla vista dalla finestra, è possibile vedere una grande struttura luminosa sulla sommità di uno sperone roccioso. E' sicuramente la raffigurazione simbolica della Gerusalemme celeste, sopra la quale aleggia una colomba bianca segno dello Spirito Santo.

L'intera scena contiene parecchi oggetti: a sinistra c'è una sedia con un libro, altri libri e una pergamena giacciono a terra, nella parte destra della composizione notiamo una biblioteca con scritti, parzialmente coperta da un drappo blu scuro, dove è appoggiato un cartiglio. Vi si legge: "Romana seqvitur et servat Ecclesia. Ioan. Papa 2 Epist: 3. “

Il dipinto è stato restaurato nel 2012 ed è ora esposto nel corridoio del monastero in una delle nicchie originarie a lunetta.

 

 

Pischel Jakub Antonin

Tre generazioni di pittori Pischel hanno vissuto a Jemnice, provenendo, secondo la tradizione, da Mohelnice. Non è noto l'anno del loro arrivo e la prima menzione risale al 1673, quando si parla del pittore Marcel, a volte Jan Marczelo, Pischel, un borghese e consigliere della città di Jemnice. Suo figlio fu il pittore Jakub Antonín e alla terza generazione troviamo il nipote Leopold Josef, a sua volta pittore.

Nel 1677 Marcel Pischel sposò Anna ed ebbe tre figli: Jan Jakub (1680), Veronika (1683) e Jakub Antonín (1695). Non è noto quali dipinti realizzò Marcel e per chi, ma per i suoi buoni rapporti con i francescani si può presumere che abbia partecipato alla decorazione dell'interno della chiesa del monastero a Dačice. Dopo prese con sé come assistente suo figlio Jakub che lo aiutò in alcuni lavori nella tenuta di Jemnice di proprietà della famiglia Jankovský di Vlašim.

Fortunatamente abbiamo più notizie del figlio Jakub Pischel, che dopo un viaggio in Germania si trasferì a Brod. Si sposò con Agneska nel 1732 ed ebbe i figli: Michele (1733), Anna (1735), Giovanni (1737), Antonina (1740), Giuseppe (1744), Maria (1746) e Catherine (1748). Jakub Pischel morì nel 1785 "... alla benedetta età di novanta anni nella casa di sua figlia Kateřina Horní ... "

L'attività artistica di Jakub Pischel fu strettamente legata al monastero agostiniano di Německý Brod. Nel 1723 dipinse un quadro per l'altare della Vergine Marie Bolestná. Nel 1731 decorò l'altare della Vergine Maria di Brno. Nel 1746 realizza per il monastero un primo ampio ciclo con scene della vita di San Giuseppe. Probabilmente l'ultimo lavoro risale al 1756, quando porta a termine un secondo grande ciclo di lunette per il monastero dipinti con scene della vita di Sant'Agostino. Per gli agostiniani realizzò anche dorature, timbrature di altari, pulpiti e vetrate, tanto che i monaci lo chiamavano "Dominus Pictor". Jakub Pischel non è uno dei migliori pittori barocchi boemi, ma è un artista di talento di rilevanza locale.