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CICLo AGOSTINIANo di dutertre al museo del louvre a Parigi

Battesimo di Agostino a Milano

Il Battesimo di Agostino a Milano

 

 

DUTERTRE ANDREA

1785

Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni

 

Battesimo di Agostino a Milano

 

 

 

Il primo episodio del ciclo fu dipinto da Carl Van Loo verso il 1755. I personaggi principali sono gli stessi, cambiano però i loro atteggiamenti e la loro forza espressiva. Ambrogio è davanti al fonte battesimale dove è inginocchiato Agostino. Costui ha la mano sinistra appoggiata al petto e con la destra porta un cero. Poco discosto c'è Adeodato, Alipio e forse tutti gli amici di Cassiciaco. Un grande colonnato dà spaziosità al luogo, dove sono convenute molte persone, chierici, amici e curiosi.

 

Milano fu la tappa decisiva della conversazione di Agostino. Qui ebbe l'opportunità di ascoltare i sermoni di Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino, fu la frequentazione con un anziano sacerdote, san Simpliciano, che aveva preparato Ambrogio all'episcopato, a dargli l'ispirazione giusta; il quale con fine intuito lo indirizzò a leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l'idea di Dio e del suo Verbo". Un successivo incontro con sant'Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; fu convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta, che lo convinse pure a lasciare la moglie, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato (ci riesce difficile ai nostri tempi comprendere questi atteggiamenti, così usuali per allora).

A casa di un amico Ponticiano, questi gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di s. Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di S. Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

Andre Dutertre, nato nel 1753 a Parigi, è stato allievo di Vien e Collet. Fece parte della spedizione francese in Egitto guidata da Napoleone e fu nominato membro dell'Istituto d'Egitto per la sezione letteratura e arti. Quando a fine 1798 Bonaparte organizzò un viaggio a Suez, Dutertre ne fece parte come disegnatore assieme a Monge e Berthollet, il geometra Costaz e il chimico Descotils. Durante quella spedizione realizzò ben 184 ritratti di scienziati e funzionari della spedizione, che ne illustrano la storia scientifica e militare.

Di ritorno in Francia, partecipa ai Saloni nel 1804 e 1812, con i ritratti, tra cui quello di Desaix e Kleber . Il museo di Versailles possiede quasi trenta suoi ritratti. Morì a Parigi nel 1842.

La vita e l'opera di Dutertre sono ancora in gran parte ancora poco conosciute. Dutertre era soprattutto un artista, disegnatore e incisore. Tuttavia fu anche un insegnante che sperimentava nuovi metodi di insegnamento nel XIX secolo, oltre che un viaggiatore ed esploratore. Le due collezioni di disegni della Scuola Nazionale di Belle Arti forniscono importanti testimonianze delle sue capacità di disegnatore nel corso dei suoi viaggi in Italia e in Egitto. L'Italia fu soprattutto un viaggio di formazione, mentre in Egitto diede vita a uno straordinario viaggio di esplorazione. Tutti questi disegni formano due corpus iconografico di inestimabile valore: i disegni raffigurano l'Italia modo esemplare quale poteva essere il viaggio di formazione di un artista francese nel XVIII secolo, mentre quelli che riguardano l'Egitto sono una testimonianza di alta qualità grafica di un Egitto che non esiste più.