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PITTORI: Juan Muñoz

Santa Monica statua sull'altare della chiesa madrilena de l'Encarnacion

Santa Monica

 

 

MUNOZ JUAN

1616-1620

Madrid, chiesa del Monastero de la Encarnaciòn

 

Santa Monica

 

 

 

 

Juan Muñoz realizzò questa statua in legno policroma per la primitiva chiesa de l'Encarnacion a Madrid. Fu allievo del celebre scultore Gregorio Fernández (Sarria, 1576 - Valladolid, 1636), uno dei massimi esponenti della Scuola di Valladolid ed erede dell'espressività di Alonso Berruguete e Juan de Juni. Lavorò nella bottega di Fernandez acquisendone lo stile ricco di espressioni e di prorompente vitalità.

Juan Muñoz è il solo artista dalle qualità straordinarie prodotto dalla scultura barocca castigliana di Valencia, Allievo di Gregorio Fernández, ha espresso virtuosismi eccezionali nelle sculture di San Giovanni, nella scomparsa pala d'altare della chiesa omonima di Valencia, e il Cristo della Buona Morte, conservato nella cattedrale, dall'aspetto molto naturalistico che proviene dai beni confiscati al monastero agostiniano di Nuestra Señora del Socorro (la Socos).

In questa occasione Juan Muñoz ci rende un'immagine di Monica molto viva e partecipata. La santa impugna con la mano destra una croce tesa verso il fedele mentre nella mano sinistra regge un libro aperto. Monica è stata vestita dallo scultore con l'abito nero delle monache agostiniane assieme alla cintura, simbolo tipico dell'Ordine.

La presenza della tonaca nera monacale si inserisce nella consuetudine iconografica proposta dagli agostiniani di presentare sia Agostino che Monica come monaci fondatori dell'Ordine cui appartenevano.

La santa ha un viso con una espressione molto dolce. A sinistra dell'altare Juan Muñoz realizzò un'altra statua similare con la raffigurazione di sant'Agostino.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6