Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Munnerstadt

CICLo AGOSTINIANo di Johann Anwander a Munnerstadt

Agostino ai piedi della Croce: affresco di Johann Anwander a Munnerstadt

Agostino ai piedi della Croce

 

 

JOHANN ANWANDER

1760 circa

Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino ai piedi della Croce

 

 

 

La scena immaginata da Johann Anwander è molto scenografica, con varie scene che si sviluppano all'interno del grande medaglione affrescato e attira immediatamente l'attenzione l'intimo rapporto che viene a crearsi fra i due personaggi che si fronteggiano l'un l'altro con un atteggiamento di reciproca stima e devozione. Al centro della scena santa Monica riceve la sacra cintura simbolo dell'Ordine agostiniano che ne costituisce una leggendaria devozione.

Agostino è stato qui rappresentato con lineamenti da anziano, con una folta barba biancastra e con sulla testa il nimbo dei santi. Indossa i vestiti che esprimono la sua dignità episcopale, quantunque abbia deposto ai piedi della croce il bastone che ne costituisce il simbolo del potere spirituale. Si può notare sotto l'abito la cocolla nera dei monaci agostiniani che vogliono rafforzare nel visitatore l'immagine di Agostino fondatore dell'Ordine degli Eremitani. Il suo viso esprime una grande sofferenza spirituale, il desiderio di penetrare il mistero della Croce e nello stesso tempo l'impossibilità di ottenere l'agognato responso, per cui si affida con umiltà al Cristo che lo guarda con riconoscenza e amore. Attorno alla Croce rotea un nugolo di angioletti.

 

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.

«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3

 

  APPROFONDIMENTO

 

PSEUDO AGOSTINO, Planctus Mariae edito a Parigi 1842

 

Scrive Agostino commentando l'episodio della Crocifissione e della presenza di Maria accanto a Suo Figlio: "Allora, sotto la croce la riconobbe, lui che da sempre l'aveva conosciuta. E prima che fosse nato da lei, aveva conosciuto la madre nella predestinazione. Prima che, come Dio, egli creasse colei dalla quale doveva essere creato come uomo, conosceva la madre."