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CICLo AGOSTINIANo di Matthaus Gunther a Novacella

Fondazione del monastero di Novacella, dipinto di Gunther nella Abbazia agostiniana di Novacella

Fondazione del monastero di Novacella

 

 

MATTHAUS GUNTHER

1736

Chiesa di Novacella

 

Fondazione del monastero di Novacella

 

 

 

L'affresco è stato dipinto nell'atrio della chiesa del convento e ricorda la fondazione del monastero di Novacella nel 1142. Sotto la protezione della Vergine e del Bambin Gesù che guardano dall'alto si svolge l'episodio della presentazione del progetto della nuova abbazia. I ministeriali del Capitolo di Bressanone Reginbert di Saben e la consorte Cristina dopo la morte del figlioletto Ulrico (ai piedi del seggio episcopale) misero a disposizione del vescovo gran parte dei loro averi per costruire il convento. Il 1 novembre 1142 furono inaugurati la chiesa e un modesto convento alla presenza di numerosi membri della aristocrazia terriera tirolese e di dignità ecclesiastiche. Il vescovo Hartmann consacrò il monastero a Maria delle Grazie (monasterium S. Mariae ad gratias). Federico Barbarossa, di cui Hartmann era consigliere spirituale, rilasciò un diploma di privilegio e di protezione.

 

388.  A Tagaste fonda un monastero.

Cominciò vendendo tutti i suoi beni e dando gli incassi ai poveri. Poi lui ed i suoi amici si ritirarono nel suo appezzamento di terreno, che già era stato alienato, per condurre una vita comune in povertà, in preghiera, e nello studio della letteratura sacra. Il libro De diversis quaestionibus octoginta tribus è il frutto delle riunioni tenute durante questo ritiro, nel quale scrisse anche il De Genesi contra Manichaeos, il De magistro ed il De vera religione. Certamente, il monachesimo non nasce con Agostino, tant'è che nel secondo soggiorno romano egli si ferma per diversi mesi nella capitale probabilmente per visitare - come ha fatto anche a Milano - i numerosi monasteri che vi prosperano, per studiarli, per sperimentarne la vita comunitaria, per studiare le norme che ne regolano la vita interna: l'intento è di raccogliere quanti più dettagli possibili per poi servirsene nel momento in cui sarà pronto a costituire il suo primo monastero una volta di ritorno in Africa.

Di essi, con ammirazione, così scrive: «Ho visto io stesso un cenacolo di santi, e nemmeno pochi, a Milano, di cui era superiore un sacerdote, persona ottima e dottissima. Pure a Roma ne ho visti parecchi, in ciascuno dei quali è preposto, a quelli che vi abitano in cristiana carità, santità e libertà, uno che spicca su tutti per gravità, prudenza e scienza divina» . Agostino cura personalmente la formazione culturale e spirituale dei suoi monaci. A riprova di ciò abbiamo l'opera Le Ottantatre diverse questioni, che contiene le domande dei monaci e le risposte di Agostino.

Egli non è uno studioso da tavolino dell'ideale della vita religiosa, ma un uomo che la vita monastica la vive in prima persona e proprio per tale motivo è in grado di scriverne l'esperienza. Ciò spiega anche la modernità dell'ideale monastico di Agostino, che, con grande equilibrio e realismo, sa tenere in piedi l'austerità e la moderazione

 

Io ho amato ardentemente questo ideale e con tutte le mie forze esorto gli altri a seguirlo, ed ho con me fratelli che si sono decisi ad abbracciarlo per l'opera del mio ministero.

AGOSTINO, Lettera a Ilario

 

Fatto prete, subito istituì un monastero accanto alla chiesa e cominciò a vivere con i servi di Dio secondo il modo e la norma stabiliti al tempo degli apostoli.

POSSIDIO, Gesta Augustini