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PITTORI: Johann Sigmund Müller

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JOHANN SIGMUND MULLER

1705-1707

Třeboň, monastero agostiniano, chiostro

 

Ambasciata presso l'imperatore Onorio

 

 

 

Il dipinto presenta una doppia tematica: da un lato è raffigurata la visita di Agostino all'imperatore Onorio, e dall'altra la consacrazione Agostino a vescovo. Sfortunatamente questo ottavo affresco del ciclo è attualmente in pessime condizioni di conservazione. Vi sono collegate due scene importanti della vita di San Agostino, che riguardano appunto la presunta visita di Agostino alla corte dell'Imperatore Onorio e la ordinazione a vescovo. La scena che raffigura il primo episodio è costituito dal ricevimento del santo da parte dell'imperatore. Quest'ultimo è vestito secondo la moda dei re europei del tempo del pittore. Ha una corona in testa e un pesante mantello che gli cade sulle sue spalle.

Forse solo i sandali ci rivelano che è un antico imperatore. Onorio offre ad Agostino il dono di un libro, che il santo accoglie con un elegante movimento della mano che flette il suo corpo e dà una sensazione di forte dinamismo. Entrambi gli uomini stanno sotto un baldacchino che riempie la parte superiore del dipinto. Il santo indica con la mano destra la sezione a sinistra del dipinto, dove si svolge la scena della sua ordinazione a vescovo.

 

L'episodio narrato è leggendario e, dopo un primo probabile accenno di Ganassini a Viterbo, fu introdotto con grande risonanza da Bolswert, che riprese il fatto da un'opera degli eremitani agostiniani di Anversa.

 

18. 1. Anche contro i pelagiani, nuovi eretici del nostro tempo, abili polemisti che con arte sottile e nociva scrivevano e parlavano ovunque potevano, in pubblico e nelle case private, Agostino ebbe a che fare per circa 10 anni: a tal riguardo scrisse e pubblicò molti libri e molto spesso predicò in chiesa al popolo su questo errore.

18. 2. Poiché questi perversi con grande attività cercavano di attirare alla loro perfidia anche la sede apostolica, in maniera pressante anche concili di vescovi africani si adoperarono perché i papi della città santa, prima il venerabile Innocenzo e dopo il beato Zosimo suo successore, si convincessero quanto quella dottrina dovesse essere respinta e condannata dalla fede cattolica.

18. 3. Quei vescovi di sede tanto importante in tempi diversi condannarono i pelagiani e li separarono dalle membra della chiesa, e con lettere inviate alle chiese d'Africa, d'Oriente e d'Occidente, stabilirono che quelli dovevano essere condannati ed evitati da tutti i cattolici.

18. 4. Anche il piissimo imperatore Onorio, informato di questo giudizio emanato contro i pelagiani dalla chiesa cattolica di Dio, si uniformò ad esso e con alcune sue leggi li condannò e decretò che quelli dovevano essere considerati eretici.

18. 5. Per cui alcuni di loro, che si erano allontanati dal grembo di santa madre chiesa, vi sono ritornati e altri ancora vi ritornano, mentre si fa strada e prevale sempre di più contro quel detestabile errore la verità della retta fede.

18. 6. Quell'uomo memorabile era un importante membro del corpo del Signore, sempre sollecito e vigile per tutto ciò che riuscisse utile alla chiesa universale.

POSSIDIO, Vita Augustini, 18, 1-6