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CICLo AGOSTINIANo di Zimmermann a Weyarn

Affresco di Zimmermann nella chiesa parrocchiale di Weyarn che raffigura la scena del tolle lege nel giardino di Milano

La scena del tolle lege: particolare della figura di Agostino

 

 

JOHANN BAPTIST ZIMMERMANN

1729

Chiesa parrocchiale di S. Pietro e Paolo a Weyarn

 

Il Tolle et Lege: la scena nel giardino di Milano

 

 

 

L'affresco è stato dipinto nella grande volta della navata centrale. Esso meraviglia l'osservatore per i suoi freschi colori, la gaiezza, la vivacità e la leggerezza dei decori floreali e del cielo. Agostino è solo in un bel giardino seduto contro il tronco di un grande fico. Tende il braccio sinistro e porta la mano destra al petto girando il viso verso il cielo con stupore. Le parole scritte Tolle lege spiegano la sua attenzione: il libro delle Lettere agli Apostoli è caduto per terra. Agostino è giovane, vestito come un bavarese del '700 con il mantello ripiegato sulle ginocchia. Una grande fontana e un bel giardino inquadrano la scena.

 

 

- 29. Così parlavo e piangevo, il cuore a piombo nella tristezza più amara. Ed ecco all'improvviso dalla casa vicina il canto di una voce come di bambino, o di bambina forse, lenta cantilena: "Prendi e leggi, prendi e leggi"... Mutai subito in volto e mi raccolsi in uno sforzo estremo di ricordare se in un qualche gioco di ragazzi c'era una cantilena come quella, e non mi sovveniva affatto d'aver udito mai niente del genere: e allora soffocai il mio pianto e mi levai in piedi. Non altro, interpretai, era il comando divino, che di aprire un libro e leggere il primo capoverso che trovassi. Così sapevo di Antonio che sopraggiungendo per caso durante una lettura del Vangelo si sentì personalmente chiamato, come si rivolgessero proprio a lui quelle parole: Vai, vendi tutte le cose che hai, dalle ai poveri e avrai un tesoro nei cieli: e poi vieni, seguimi. E quella voce divina l'aveva immediatamente indotto a convertirsi a te. Così tornai con emozione grande al luogo dove era seduto Alipio: era lì infatti che avevo posato il libro dell'Apostolo, alzandomi. Lo afferrai e lo apersi e in silenzio lessi il primo passo sul quale mi caddero gli occhi: Non piú bagordi e gozzoviglie, letti e lascivie, contese e invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non fate caso alla carne e ai suoi desideri. Non volli leggere oltre e neppure occorreva. Con le parole finali di questa proposizione una luce come fatta di calma mi fu distillata in cuore e ne cacciò quel buio folto di incertezze.

- 30. Chiusi allora il libro tenendoci un dito o non so che cos'altro come segno, e ormai rasserenato in volto lo mostrai ad Alipio. Ma in questo stesso modo lui mostrò quello che succedeva a lui - a mia insaputa. Volle vedere che cosa leggevo: glielo mostrai, e lui portò la sua attenzione anche sul seguito di quello che avevo letto io. Io lo ignoravo, ma quel passo proseguiva: E accogliete chi è incerto nella fede. Lo riferì a se stesso, e me lo disse. L'esortazione lo incoraggiò nel suo proponimento, buono e quanto mai rispondente al suo modo di vivere, per cui già era da tempo ben più avanti di me. E senza tormento, senza esitazione mi seguì. Subito entriamo da mia madre, le parliamo: grande gioia per lei. Le raccontiamo come sia accaduto: esultanza e trionfo. Benediceva te, che puoi fare ben oltre ciò che noi chiediamo e comprendiamo. Perché riguardo a me si vedeva concesso molto di più di quello che chiedeva tutto il suo povero piangere sommesso. Infatti avevi convertito a te il mio essere al punto che non cercavo più moglie né tenevo più ad alcuna speranza del mondo, posando ormai su quel metro di fede sul quale tanti anni prima mi avevi in sogno rivelato a lei. E convertisti il suo dolore in gioia molto più grande di quanto sperava, e molto più cara e più pura di quella che attendeva dai nipoti del mio sangue.

Agostino, Confessioni VIII, 12, 29-30

 

 

Johann Baptist Zimmermann

Johann Baptist Zimmermann (nato nel 1680 a Gaispoint vicino a Wessobrunn e morto nel 1758 a Monaco di Baviera) è stato un pittore e stuccatore tedesco vissuto in piena età barocca. Come il fratello Dominikus Zimmermann discende da una famiglia di artisti della Scuola Wessobrunner. Lavorò come pittore di corte a Monaco, ma fu soprattutto un decoratore di interni di chiese; l'invenzione del modello della decorazione interna delle chiese svevo-bavaresi, splendenti di colori luminosi, si deve quasi esclusivamente a Zimmermann. Collaborò spesso con il fratello Dominikus (Wessobrunn 1685-Wies 1766) che iniziò la carriera come stucchista ma divenne poi uno dei maggiori architetti tedeschi del periodo. Le due opere più celebri a cui lavorarono insieme sono le decorazioni dei santuari di Steinhausen (1727-33) e di Wies (1746-1754). Il primo santuario è stato descritto come la prima chiesa interamente rococò della Baviera, mentre il secondo, la cui facciata, semplice e bianca, nasconde un interno ricco di decorazioni dorate e di ariose visioni in colori pastello, segna uno dei punti più alti del rococò in Baviera. A Johann Baptist si devono gli affreschi dei soffitti di entrambi i santuari. La sua opera migliore come stucchista è l'apparato decorativo dell'Amalienburg, il padiglione di caccia dello Schloss Nymphenburg di Monaco (1734-1739). Altri membri della famiglia Zimmermann furono pittori e stucchisti.

La chiesa parrocchiale di Weyarn, un piccolo paese a sud di Monaco, conserva un bel ciclo agostiniano commissionato dai Canonici agostiniani. Gli edifici attuali furono ricostruiti a nuovo fra il 1687 e il 1695 dall'architetto Lorenzo Sciasca quando era priore Gelasius Herloss. La decorazione della chiesa fu intrapresa nel 1729 in occasione dei 600 anni di fondazione della abbazia. Gli affreschi furono eseguiti da Johann Baptist Zimmermann (1680-1758) che in quel periodo era all'apice della carriera.