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CICLo AGOSTINIANo di Allegretto Nuzi a Fabriano

Portale della chiesa agostiniana di Fabriano

Portale della chiesa agostiniana

 

 

ALLEGRETTO NUZI

1350

Chiesa di sant'Agostino a Fabriano

 

Gli affreschi con episodi della vita di Agostino

 

 

 

Il ciclo di affreschi che narra episodi di Agostino e dell'ordine eremitano ha come fonte culturale la Legenda aurea di Jacopo da Varagine che dedica ampio spazio alle storie della vita del vescovo di Ippona. I dipinti non sono pienamente leggibili anche se sulle lunette si possono osservare quattro racconti di cui uno completamente perduto, un altro con la guarigione di un bambino, un terzo con la liberazione di due ossessi ed infine l'ultimo con il Transito di Ugo di Fonteney accolto in cielo da sant'Agostino. Sulle pareti troviamo quindi sant'Agostino a cavallo libera dei prigionieri, sant'Agostino in cattedra, il Transito alla presenza di confratelli ed una scena purtroppo completamente illeggibile.

Poco dopo la realizzazione del ciclo di Padova e di Rabastens, dunque anche a Fabriano nelle Marche, i religiosi decisero di decorare una cappella della loro chiesa con la vita di Agostino. Realizzarono gli affreschi nella cappella a destra del coro, già consacrata a sant'Agostino: oggi si presentano in gran parte distrutti o gravemente rovinati; nella zona superiore fu iniziato il restauro nel primo decennio del XX secolo, e lasciato incompiuto; nel 1933 furono demoliti i tramezzi e fatti i lavori preparatori di assetto generale, completato nel 1951. Gli affreschi in migliore stato di conservazione rappresentano, nelle vele della volta, quattro Santi. Le tele degli altari sono del fermano Filippo Ricci (1768), tranne quella della Crocifissione (primo altare a sinistra), eseguita nel 1642 da uno dei numerosi pittori iesini della famiglia Aquilini (Antonio o Aquilino), e quella di San Nicola da Tolentino dipinta da Michelangelo Milani. La chiesa di Sant'Agostino di Fabriano sorse con il nome di Santa Maria Nuova ed era annessa al monastero degli agostiniani. Questo era tra i più antichi della città, poiché si ritiene fondato nel 1216 da Gualtiero di Ruggero Chiavelli, e fu incorporato nella cinta delle mura da suo figlio, Alberghetto, all'inizio del XIV secolo. Già nel XIII secolo il refettorio era stato dipinto da Francesco di Bocco con un affresco in cui Agostino consegnava la sua Regola.

Ma è solo nei primi decenni del 1300 che si avviano i primi passi per realizzare un vero e proprio ciclo iconografico. Particolarmente importanti le due cappelle gotiche decorate con affreschi di scuola fabrianese e riminese del XIV secolo, cui si accede attraverso due porticine ricavate nel coro, che rispettano i temi delle chiese agostiniane.

Nel 1311 si vendono una casa e terreni per far fronte alle spese: il ciclo doveva essere molto complesso e decorava la volta e l'intero abside. Purtroppo restano poche scene e non è possibile tentare di ricostruire quelle mancanti. A lungo attribuito a Allegretto Nuzi, questo ciclo da qualche critico invece è assegnato a un pittore della scuola di Rimini o a un marchigiano.

Della primitiva costruzione della chiesa non si conoscono date documentali; gli elementi più antichi visibili non risalgono oltre il 1300, mentre si sa che già nel 1258 in essa ebbe sepoltura Gualtiero Chiavelli; si ha poi notizia di una consacrazione dei primi cinque altari nel 1360 e di una riconsacrazione generale dell'intero tempio dopo un altro ampliamento eseguito nel 1449; infine, nel 1768, la chiesa, essendo stata gravemente danneggiata dal terremoto fu restaurata, ampliata. Di origine medioevale, l'edificio ecclesiastico, di vaste dimensioni, fu ampiamente decorato come ancora testimoniano gli affreschi che ornavano il refettorio del monastero, oggi custoditi in Pinacoteca.

Entrati nel chiostro rimane nella parete dell'ex monastero un portale in pietra, del XIV secolo, decorato con una fascia a zigzag, con una croce al vertice; inoltre l'ossatura della cappella in cui fu il sepolcro dei beati Becchetti, della fine del XIV secolo, nel lato a sinistra dove sono state recentemente rintracciate alcune grandi sculture lignee policrome raffiguranti il Crocifisso, l'Addolorata, San Giovanni, la Pietà. Nel chiostro si conserva un interessante Lignu Vitae, dipinto dal pittore tardo gotico Lorenzo Salimbeni da San Severino Marche risalente agli inizi del XV secolo.

 

Dalla breve storia del "Convento di S. Maria Nova della Religione di S. Agostino" redatta nel 1650 dai frati Ippolito e Agostino da Fabriano insieme con frate Daniele da Sulmona conosciamo i possedimenti, le entrate e le uscite e i confratelli del convento. Questi redattori, oltre agli aspetti economici, ci hanno restituito uno spaccato della situazione del convento e interessanti notizie di ordine storico.  E' grazie a loro che sappiamo che il convento " ... fù fondato, come dicono le croniche di Fabriano, l'anno 1216 dal signor Ruggero Chiavelli all'ora signore e padrone di Fabriano. Ha la chiesa sotto il titolo di S. Maria, la lunghezza è piedi 123 e di larghezza piedi 42".