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Iconografia AGOSTINIANa nella chiesa di san Marco a Milano

Agostino in ginocchio ai piedi del Crocifisso (1365-1370), affresco di Giovannino de' Grassi nella chiesa agostiniana di san Marco a Milano

Agostino in ginocchio ai piedi del Crocifisso

 

 

GIOVANNINO DE' GRASSI

1365 - 1370

Chiesa di San Marco a Milano

 

Agostino ai piedi della Croce

 

 

 

L'affresco è stato scoperto nel 1956 sotto quello della Bolla dell'Unione dei Fiammenghini: ci è pervenuta la parte centrale, con il Cristo crocifisso, fiancheggiato da angeli che raccolgono il suo sangue nel calice. Alla sua destra c'è una pia donna nell'atto di sorreggere Maria, la Maddalena è in ginocchio, mentre alla sua sinistra si riconoscono Giovanni Evangelista, probabilmente sant'Antonio Abate e, ai piedi della croce, Agostino, con un cartiglio su cui è una scritta che riprende un passaggio dalle Enarrationes in Psalmos.

Il santo indossa l'abito nero agostiniano con gli attributi episcopali secondo una iconografia ripetuta nel Trecento per sottolineare il ruolo di Agostino come fondatore dell'Ordine. Il tema della Crocifissione era previsto nei luoghi di riunione del convento e ritorna nel XIV e XV secolo dentro le chiese mendicanti.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3

 

PSEUDO AGOSTINO, Planctus Mariae edito a Parigi 1842

 

Scrive Agostino commentando l'episodio della Crocifissione e della presenza di Maria accanto a Suo Figlio: "Allora, sotto la croce la riconobbe, lui che da sempre l'aveva conosciuta. E prima che fosse nato da lei, aveva conosciuto la madre nella predestinazione. Prima che, come Dio, egli creasse colei dalla quale doveva essere creato come uomo, conosceva la madre."

 

 

Le lettere dell'alfabeto di Giovannino de' Grassi nella chiesa agostiniana di san Marco a Milano

Le lettere dell'alfabeto

Giovannino de' Grassi (Milano, 1350 - 6 luglio 1399) è stato un pittore, scultore, architetto e miniatore italiano. L'anno di nascita non è certo. Dal 1392 lavorò come scultore e architetto per la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano ma sono più note le sue opere come pittore e disegnatore. Dal 1370 illustrò circa 50 fogli dell'Offiziolo di Gian Galeazzo Visconti con scene di paesaggi fiabeschi e immagini naturalistiche, l'opera è attualmente custodita alla Biblioteca Nazionale di Firenze.

Giovannino è autore di importantissimi libri di modelli, chiamati taccuini, in cui l'artista riproduceva i soggetti delle opere di artisti famosi, affinché potesse sempre avere presenti, per la sua attività di miniatore, delle figure e un repertorio di immagini abbastanza vasto. Un esempio celebre di come le immagini di questi libricini venissero prese come figure da riprodurre è costituito da un uomo primitivo, disegnato da de' Grassi e utilizzato come modello per una scultura del duomo di Milano.

I taccuini, oggi visibili in forma di libri, riscossero un notevole successo e, molto probabilmente, si producevano in fogli singoli che solo in un secondo momento venivano riordinati e rilegati in un unico testo. I taccuini di Giovannino furono realizzati tra il 1380 e il 1400. Anche nel suo Taccuino dei disegni, custodito presso la Biblioteca Angelo Mai di Bergamo, che è considerato l'esempio più importante di arte tardo gotica italiana, dominano scene di attività quotidiane, animali e immagini della natura. Realizzato verso la fine del XIV secolo presso la corte Viscontea comprende 77 disegni e 24 lettere miniate dell'alfabeto.