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CICLo AGOSTINIANo a Montalcino

Agostino maestro di Sapienza

Agostino maestro di Sapienza

 

 

BARTOLO DI FREDI

1384-1388

Montalcino, chiesa di S. Agostino

 

Agostino maestro di Sapienza

 

 

 

Questa scena compare nel registro inferiore della parete sinistra. In questa occasione Bartolo di Fredi utilizza uno schema iconografico assai consolidato che fu ripetuto molte volte in quel secolo. A Montalcino l'espressione figurativa si lega maggiormente toscane. Agostino è raffigurato in trono con un libro aperto sulle ginocchia mentre mostra con una mano alcuni brani del libro che oggi però sono illeggibili. Ai suoi piedi, distesi in direzioni opposte, giacciono due eretici sconfitti, i cui cartigli sono piuttosto rovinati e non leggibili. Tutti questi elementi hanno ipotizzato che l'opera derivi dal grande affresco in santa Maria Novella a Firenze (1363) nella Cappella degli Spagnoli.

Ai lati di Agostino si trovano due personificazioni, la Teologia (che volge lo sguardo verso la Rivelazione simbolizzata da un angioletto) e la Filosofia. Qui l'autore la impersonifica in una donna con i piedi per terra e la testa in cielo, proprio come la concepì il filosofo Severino Boezio nel suo De Consolatione philosophiae. In questo caso pare proprio che Bartolo abbia ripreso una analoga rappresentazione di Bartolomeo de' Bartoli che nel 1350 aveva illustrato il libro La Canzone delle Virtù e delle Scienze. Il pittore tuttavia introduce qualche variante, poiché in questo caso non è più contemporaneamente il vescovo Dottore della Chiesa e il fondatore dell'Ordine agostiniano, ma solo il teologo malleus haereticorum impegnato nella strenua difesa della verità cristiana. I due personaggi accasciati ai suoi piedi ne sono simbolicamente gli eretici vinti nella dottrina. Attorno alla cattedra agostiniana compaiono altri personaggi che sono individuabili nelle figure di Gregorio Magno, Simpliciano, Prospero e Paolino a sinistra e Ambrogio, Remigio, Bernardo e Volusiano a destra. Tutti sono accomunati dall'aver lavorato contro le eresie.

 

 

Bartolo di Fredi

Bartolo di Fredi fu un pittore italiano attivo nella seconda metà del secolo XIV (Siena 1330 circa - San Gimignano 1410), uno dei più operosi del tempo. Ma le sue numerose opere svelano l'intrinseca debolezza del suo linguaggio artistico, ridotto a una sigla eclettica, derivata da Simone Martini, dai Lorenzetti e da Niccolò Tegliacci, di cui forse fu scolaro. Il primo documento che lo ricorda è del 1353, associato con Andrea Vanni.