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PITTORI: Maestro di S. Orso

Sant'Agostino benedice il priore Arnolfo, chiostro di sant'Orso ad Aosta

Sant'Agostino benedice il priore Arnolfo

 

 

MAESTRO DI S. ORSO

1133

Chiostro di Sant'Orso, Aosta

 

Sant'Agostino benedice il priore Arnolfo

 

 

 

 

Il capitello n. 35 del chiostro di S. Orso ad Aosta ci presenta una raffigurazione romanica di Agostino. La scultura, come tutto il chiostro, furono portati a termine nel 1133.

Dinanzi ad Agostino vescovo, Arnolfo d'Avise, primo priore della collegiale di S. Orso, fa un atto di riverenza e quasi di sottomissione. Arnolfo d'Avise in effetti introdusse nella comunità dei canonici la regola agostiniana e il soggetto pertanto dà una utile conoscenza per la storia religiosa locale. In capo al capitello si può leggere la dicitura SCS AVGUSTINVS EPISCOPUS SCS URSUS. ARNULFUS QUI REDDITUR PRIMUS PRIOR. In Val d'Aosta la devozione ad Agostino sopravvive ancora nella parrocchia di Ollomont, nella vallata di Bionaz presso Aosta.

 

Il chiostro

La costruzione della chiesa collegiata (oggi dedicata ai Santi Pietro ed Orso) avvenne all'epoca del vescovo Anselmo che tenne la cattedra vescovile in Aosta tra il 994 e il 1025 (da non confondersi con Anselmo, filosofo e santo, nato in Aosta nel 1033). Essa sorse come grande chiesa romanica a tre navate, con pareti interamente affrescate, sui resti di una basilica paleocristiana e su quelli di un altro successivo edificio sacro di epoca carolingia. Del periodo anselmiano rimangono oltre alle mura e ai pilastri, la cripta e i pregevolissimi affreschi, esempi importanti di arte ottoniana, posti nella parte superiore della navata centrale ed in parte coperti dalle volte.

La costruzione del chiostro romanico, istoriato da suggestivi capitelli - per i quali la collegiata di Sant'Orso va celebre - si colloca negli anni immediatamente successivi al 1133 (1132 secondo il calendario attuale), come attesta l'iscrizione di uno dei capitelli: "ANNO AB INCARNATIO (N) E DOMINI MC XXX III IN HOC CLAUSTRO REGULAR (I) S VITA INCEPTA EST", che indica l’inizio effettivo della vita comunitaria. Aveva infatti ottenuto risposta positiva la richiesta avanzata al papa Innocenzo II dal vescovo di Aosta Eriberto (già canonico regolare di Sant'Agostino del Capitolo di Abondance nello Chablais nell'Alta Savoia), finalizzata ad avere, per la congregazione di Sant'Orso, la possibilità di fondare una comunità di agostiniani.

Il chiostro è parte integrante di un complesso monastico Agostiniano, insediatosi nella piana della città nel XII secolo subito a ridosso della cinta muraria, a contatto dell'antica via Francigena, l'arteria principale di passaggio di migliaia di pellegrini indirizzati verso i grandi e prestigiosi centri di culto cristiano europei. La struttura, con le sue arcate a tutto sesto, le sue eleganti colonnine e, soprattutto, i suoi capitelli istoriati, costituisce uno splendido esempio di arte romanica lombardo-catalana-provenzale.

Rimaneggiato nel XV e nel XVIII secolo, conserva 37 (altri 3 sono del XVIII secolo) degli originali 52 capitelli in marmo bianco, che poggiano su colonne di scuro marmo bardiglio proveniente dalla località valdostana di Aymavilles, molto utilizzato in epoca imperiale romana per la copertura degli imponenti monumenti. Ai capitelli, per impermeabilizzarli, venne data una mano di un composto colloso trasparente misto a cenere, già presente agli inizi del XVII secolo, che ossidandosi con il tempo li ha definitivamente scuriti. Essi costituiscono, con la loro espressività, un raro esempio di "poema marmoreo" fatto di scene diverse tratte dall'Antico Testamento, dalla vita di Gesù e da quella degli Apostoli, ma anche episodi della vita di sant'Orso uniti a soggetti moraleggianti anche di cultura pagana (favole di Esopo).