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PITTORI: Maestro di Mézières

Sant'Agostino ispirato da san Giovanni

Sant'Agostino e san Giovanni

 

 

MAESTRO DI MEZIERES

1156-1157

Charleville-Mézières, Biblioteca Municipale ms 246 B

 

Sant'Agostino e l'aquila di san Giovanni

 

 

 

Nel primo foglio del manoscritto, un codice pergamenaceo conservato presso la Biblioteca Municipale di Charleville-Mézières che trascrive l'opera agostiniana In Iohannis Evangelium tractatus, Agostino compare in una immagine che funge da frontespizio al codice.

L'opera  proviene dalla abbazia di Notre-Dame di Belval-Bois des Dames retta da monaci premostratensi.

Il "Commento al Vangelo di Giovanni" è una delle opere più ispirate e più interessanti di Agostino. È costituita da centoventiquattro discorsi, nati nel corso di vari anni (non meno di quindici). I primi cinquantaquattro discorsi sono prediche fatte ai fedeli e messe per iscritto dai tachigrafi; gli altri settanta sono stati dettati e letti da altri. L'attenzione di Agostino in questi tractates riguarda l'incarnazione o il Verbo fatto carne. Questo non è solo un tema importante e distintivo nel Vangelo di Giovanni, ma è anche una parte significativa della conversione di Agostino, come indicato nelle Confessioni (7, 9, 13-14).

L'associazione fra Agostino e Giovanni è chiarita dal contenuto del libro: la miniatura qui è divisa in sei parti riquadrate disposti su due colonne. I riquadri inferiori sono occupati da scritte: quelli superiori illustrano l'aquila e Agostino; quelli mediani sono riservati a due scribi nimbati che scrivono. Agostino è stato raffigurato da solo in abiti vescovili, con l'aureola al capo e simbolicamente riceve dall'aquila su un filatterio il Vangelo di Giovanni che tiene fra gli artigli.

Le iscrizioni colorate di rosso e d'oro, che sono inseriti nei due riquadri inferiori riportano alcune frasi che esaltano il contenuto dell'opera giovannea e Agostino per la grande mole di libri scritti a sostegno dei cristiani. le stesse frasi ricordano pure la sua capacità di indagare sui misteri divini e di diffondere la parola di Dio.

Il testo recita: "INGENIO CLARUS FANDI CAELESTIA NARUS EST AUGUSTINUS DICTUS FONS ORE MARINUS COPIA LIBRORUM QUOS SCRIPSIT CORDA PIORUM, MAGNA CASTORO DULCEDINE MULCET ODORUM DUM SACRAMENTORU DISCUSSOR CELSA POLORUM TRANSIT DICTORUM CLARUS PROBITATE SUORUM POSPOSITUS SCANNIS STANS TRACTAT VERBA JOHANNIS EVANGELISTA PANDENS TUA CULMINE CHRISTE FIRMAT CONVERSUS POPULOS PERTURBAT AVERSOS SCISMATA CONFUNDIT TUA DOGMATA CHRISTE REFUNDIT SIC HERESES PELLIT SECTARUM FEDA REFELLIT TALIA QUI FARIS PRECE POSCO ME TUEARIS."

L'opera si trova nella Biblioteca Municipale di Charleville-Mézières che trascrive l'opera agostiniana In Iohannis Evangelium tractatus. L'opera  proviene dalla abbazia di Notre-Dame di Belval-Bois des Dames retta da monaci premostratensi.

Il "Commento al Vangelo di Giovanni" è una delle opere più ispirate e più interessanti di Agostino. È costituita da centoventiquattro discorsi, nati nel corso di vari anni (non meno di quindici). I primi cinquantaquattro discorsi sono prediche fatte ai fedeli e messe per iscritto dai tachigrafi; gli altri settanta sono stati dettati e letti da altri.