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PITTORI: Boccaccino Boccaccio

Sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

Sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

 

 

BOCCACCIO BOCCACCINO

1500-1505

Poughkeepsie, Frances Lehman Loeb Art Center, Vassar College

 

Sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

 

 

 

Eseguita con la tecnica della tavola, quest'opera ci presenta due figure fondamentali nella tradizione devozionale ed agiografica dell'Ordine agostiniano. Si tratta di sant'Agostino, il fondatore dell'ordine, e di san Nicola da Tolentino il primo santo medioevale degli eremitani. Entrambi sono stati raffigurati con gli abiti dei monaci agostiniani: Agostino indossa anche il piviale ed ha gli attributi episcopali (mitra e bastone pastorale); Nicola tiene in mano una croce e sul petto del saio porta il suo tipico sole raggiato, suo simbolo iconografico. Entrambi i visi hanno un aspetto abbastanza giovanile, che si staglia nettamente sullo sfondo stellato che richiama motivi ancora tipicamente quattrocenteschi.

 

 

Boccaccio Boccaccino

Figlio di Antonio de Bochacis, un ricamatore al servizio degli Estensi, Boccaccino nacque a Ferrara nel 1468. Le sue prime esperienze artistiche maturano in città all'ombra dei maggiori esponenti della scuola ferrarese e soprattutto di Ercole de' Roberti. Le prime testimonianze della sua attività artistica sono una serie di Madonne col Bambino e Santi e in particolare la famosa Andata al Calvario conservata alla National Gallery londinese oltre alla pala per gli agostiniani di Genova del 1493 andata perduta. In questo periodo Boccaccino predilige le tinte calde e intense, e ricerca la luminosità e le volumetrie nello stile belliniano. Nel contempo si avvicina alla sensibilità della scuola umbra che apprende a Cremona dove ha modo di conoscere il polittico del Perugino. In questa città era impegnato a raffigurare santi, a eseguire affreschi nella chiesa di sant'Agostino (1497) e, più tardi, del Duomo di Ferrara (1503). Una parte di questi lavori sono andati persi e in parte sono frammentari. All'inizio del Cinquecento probabilmente soggiornò a Venezia, dove e conosce la pittura di Giorgione. Ritornato a Cremona lavorò nella decorazione a fresco del Duomo (Cristo in gloria nell'abside e Annunciazione sull'arco trionfale, 1506-1507), nei quali rafforzò ancora di più la tendenza a un ordine classicheggiante con colori accesi. Boccaccino si recò a Roma verso il 1513 assieme a Gianfrancesco Bembo, mentre tra il 1523 e il 1524 riprese la sua attività a Cremona affrescando la navata del Duomo con otto Scene della vita della Vergine e la Disputa di Gesù nel tempio, unanimemente considerate tra i suoi capolavori. Boccaccino morì a Cremoba nel 1525 e fu padre di Camillo Boccaccino, che ne seguì con successo l'attività artistica.