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PITTORI: Domenico Brusazorzi

Madonna in gloria con i santi Agostino, Monica, Sebastiano e Rocco

Madonna con i santi Agostino, Monica, Sebastiano e Rocco

 

 

DOMENICO BRUSAZORZI detto il RICCIO

1515 - 1567

Verona, chiesa di S. Eufemia

 

Madonna in gloria con i santi Agostino, Monica, Sebastiano e Rocco

 

 

 

Questo pittore veneto ci presenta una bella tavola con la Madonna in gloria che guarda e concede la sua benevolenza a quattro santi con qualità taumaturgiche: Monica, Agostino e i due santi Sebastiano (legato alla colonna) e Rocco (seduto con la gamba appestata scoperta e distesa). In basso a destra e a sinistra sono stati ritratti i benefattori e committenti della famiglia De Cerea. La tela fu dipinta per la chiesa di S. Eufemia di Verona nella prima metà del Cinquecento (1540-1550). Agostino è ritratto con i suoi tradizionali attributi vescovili, Monica ha il saio delle monache agostiniane e regge in mano un crocifisso, mentre Sebastiano e Rocco sono nei loro tipici atteggiamenti: il quadro potrebbe essere un ex-voto per lo scampato pericolo della peste.

In diverse rappresentazioni Agostino compare assieme alla madre, da soli o con altri santi, ai piedi della Vergine, che è assisa in trono, oppure appare tra le nuvole con in braccio il Bambino. Si tratta di rappresentazioni iconografiche senza un preciso significato se non quello di rinforzare il legame intenso fra agostiniani e la Vergine.

 

«Gesù dice a sua Madre: "Donna, ecco tuo figlio!". È come se dicesse: Abbi fiducia in lui come se fosse tuo figlio. Poi dice al discepolo: "Ecco tua madre!". È come se dicesse: Abbi cura di lei come se fosse tua madre. "E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (in sua)". Qui si osserva l’accoglimento della raccomandazione: prese cioè la madre in casa sua per onorarla, custodirla e curarla, come fa un figlio verso la madre. Ma Agostino legge l’espressione all’accusativo plurale: in sua, e si chiede: "Come mai dice in sua se non possiede nulla di proprio?".

Risponde: "In sua significa tra i suoi obblighi, i suoi doveri e i suoi beni, non nelle sue proprietà, che del resto non aveva"»

AGOSTINO, In Johannem 19, 37-39

 

 

Domenico Brusazorzi o Brusasorci detto il Riccio

Brusasorci Domenico fu pittore italiano detto Domenico Riccio (1492-1567). Allievo del Caroto, formò la sua complessa cultura manieristica tra Mantova (Giulio Romano) e l'Emilia (Primaticcio), in un iter affine a quello di Paolo Veronese. Più che i numerosi dipinti religiosi di soggetto veronesiano (Santa Margherita, Mantova, duomo; Madonna e Santi, Verona, S. Lorenzo; Crocefissione, ivi, S. Fermo; Betsabea al bagno, Firenze, Uffizi), contano i numerosi affreschi «storici» e profani (Storie romane, Trento, municipio; Cavalcata di Carlo V e Clemente VII, Verona, palazzo Da Lisca). Con gli affreschi del 1566 del salone dei Vescovi (Vescovi e Paesaggi, ivi, Palazzo Vescovile) si conclude l'esperienza pittorica del Brusasorci, che attraverso gli esempi del Caroto e del Veronese ne fa uno dei maggiori esponenti artistici della città scaligera.