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PITTORI: Giovanni Busi detto il Cariani

Madonna con il Bambino, Agostino e Santi

Madonna con il Bambino, Agostino e Santi

 

 

GIOVANNI BUSI detto il CARIANI

1514

Milano, Pinacoteca di Brera

 

 

Madonna con il Bambino, Agostino e Santi

 

 

 

Giovanni Cariani raffigurò Agostino in questa Pala d'altare, che è caratterizzata da una sacra conversazione che coinvolge Agostino accanto alla Vergine ed altri santi e sante. La Pala fu inviata da Venezia nel 1514 alla chiesa di Lonno che è la prima in terra bergamasca. Questa opera del Cariani, già nella Raccolta Hunt, si trova ora a Milano nella Pinacoteca di Brera.

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)

 

 

Giovanni Busi

Giovanni Busi nacque a San Giovanni Bianco nel 1480/85 e morì a Venezia dopo il 1547. Operò a Bergamo tra il 1518 e il 1524 e forse tra il 1528 e il 1530. Educatosi a Venezia nei primi anni del secolo, risentì l'influsso del Bellini (ancora visibile nella Madonna con S. Sebastiano e nel Doppio ritratto del Louvre) e di Palma il Vecchio (Sacra conversazione, Venezia, Gallerie dell'Accademia). Intorno al 1515 Cariani va mutando indirizzo, orientandosi verso Giorgione, Sebastiano del Piombo e Tiziano giovane, pur senza rinunciare alla vastità d'impianto che gli viene dal Palma: sono di questo momento la copia dell'Adultera tizianesca di Glasgow nella Carrara di Bergamo, i santi Sebastiano e Rocco del Musée des Beaux-arts di Marsiglia e il gruppo della Famiglia Albani. La prima opera datata pervenutaci è il gruppo dei sette ritratti della Famiglia Albani (Bergamo, coll. Roncalli) del 1519. Il primo periodo bergamasco mette il pittore a contatto con la pittura lombarda: dopo la Resurrezione del 1520 (Milano, Brera), dove deriva dal Moretto il particolare luminismo, va affinando la propria sensibilità secondo la lezione di Lotto nella contemporanea Madonna col donatore della Galleria Carrara e nella Madonna in trono e sette Santi (Milano, Brera); mentre nella serie di ritratti, fra i quali il Gentiluomo della National Gallery di Ottawa, rivela l'influsso del Romanino in certi estrosi effetti cromatici. Dopo il 1524, con il ritorno a Venezia, Cariani si riaccosta al Palma (Ritratto delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, 1526; la Visitazione del Kunsthistorisches Museum di Vienna; il Ritratto della National Gallery di Washington) e su questa via continua senza ulteriori notevoli cambiamenti per tutto l'ultimo ventennio: dalla Salita al Calvario di Brera alla Sacra Famiglia della Alte Pinakothek di Monaco, ai vari ritratti, di Oslo, di Vienna (1536).