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PITTORI: Lanino Bernardino

Madonna con Bambino tra san Giovanni Battista, sant'Agostino, santa Lucia, san Giacomo Maggiore e angeli

Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista,

Agostino, Lucia, Giacomo Maggiore e angeli

 

 

LANINO BERNARDINO

1564

Torino, Galleria Sabauda

 

Madonna con Bambino tra san Giovanni Battista, sant'Agostino, santa Lucia, san Giacomo Maggiore e angeli

 

 

 

Il dipinto conservato a Torino presso la Galleria Sabauda è stato dipinto da Lanino nel 1564. L'opera è firmata dall'autore e raffigura la Madonna con Bambino in braccio tra san Giovanni Battista, sant'Agostino, santa Lucia e san Giacomo Maggiore. Due angioletti aprono le tende permettendo la vista di un lontano panorama di stile tardo quattrocentesco. L'opera, realizzata con la tecnica della tavola, misura cm 246 in altezza e 150 in larghezza.

Agostino, di cui si vede il viso spuntare sopra il corpo e la testa del Bambino, è stato raffigurato come vescovo. In testa porta la mitra mentre con la mano destra sostiene il bastone pastorale.

Il viso è di persona adulta ed espressiva con una folta barba a coprirgli il mento e le guance.

Al suo fianco si nota san Giovanni Battista che offre l'agnello al Bambino. Sulla destra scopriamo, accanto alla Vergine santa Lucia e poco discosto san Giacomo l'apostolo maggiore.

Lucia da Siracusa nacque a Siracusa nel 283 e vi morì martirizzata nel 304. Venne acclamata santa ed è venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Morì martire durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa.

Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo il Maggiore, san Jacopo o Iacopo, per distinguerlo dall'omonimo apostolo Giacomo di Alfeo detto il Minore, era un figlio di Zebedeo e Maria Sàlome e fratello dall'apostolo Giovanni Evangelista. Nacque a Betsàida e fu uno dei dodici apostoli di Gesù. Secondo i vangeli sinottici Giacomo e Giovanni erano assieme al padre sulla riva del lago quando Gesù li chiamò per seguirlo.

Lucia è una tra le figure più care alla devozione cristiana. Nel Messale Romano viene ricordata come una delle sette donne menzionate nel Canone Romano.

 

 

Lanino Bernardino

Il suo primo maestro fu lo sconosciuto Baldassarre Chodeghis, proveniente da Abbiategrasso. Allievo di Gerolamo Giovenone, Lanino si associò alla bottega di Gaudenzio Ferrari fin dal 1530 e quando questi si trasferì a Milano intorno al 1540, Lanino divenne il principale artista di Vercelli. Dopo la morte di Gaudenzio Ferrari nel 1543, Lanino ne ereditò le commissioni e il ruolo nella piazza artistica milanese. Lo stesso anno dei dipinti biellesi Lanino sposò Dorotea, figlia di Girolamo Giovenone.

Trasferitosi anche lui a Milano, Lanino vi conobbe l'arte leonardesca e ne subì l'influsso. Tutte queste esperienze confluiranno nella maturità a definire uno stile originale ed autonomo, in cui la tradizione dell'alto rinascimento e dell'incipiente Barocco si fondono in un decorativismo manieristico. Fra le sue opere ricordiamo gli affreschi delle antiche cappelle della Pentecoste e della Flagellazione al Sacro Monte di Varallo, gli affreschi dell'oratorio di Santa Caterina presso la Basilica di San Nazaro (1548-1549), quelli della cappella di San Giorgio nella Basilica di Sant'Ambrogio. Alla seconda metà del Cinquecento (1562) sono riferibili gli affreschi di San Magno a Legnano. Le ultime importanti commissioni piemontesi furono gli affreschi per il Duomo di Novara (1553) e il ciclo di Santa Caterina a Vercelli, il Cristo alla colonna per Trino Vercellese (1577 circa) e la Madonna del Rosario per San Lorenzo a Mortara (1578).