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PITTORI: De Magistris Sigismondo

Sant'Agostino nel suo studio

Sant'Agostino nel suo studio

 

 

DE MAGISTRIS SIGISMONDO e ARCIMBOLDI AMBROGIO

1546

Gera Lario, chiesa di san Vincenzo

 

Sant'Agostino vescovo nel suo studio

 

 

 

 

Un atto notarile dell'agosto 1534 documenta la commissione del Polittico di san Giorgio a Cremeno (Lecco) a Sigismondo de Magistris (figlio di Giovanni Andrea) e ad Ambrogio Arcimboldi. Questi risulta figlio del defunto magistri Faxini de Arcimboldis abitante a Como. I due pittori lavorano assieme anche a Santa Giustina a Germanedo e a san Giorgio ad Acquate nel lecchese. Altre opere sono note a Livo, Chiavenna e a Gera Lario nella chiesa di San Vincenzo.

Qui i due affrescarono un sant'Agostino nel 1546 all'interno di una complessa decorazione del presbiterio, commissionata dalla locale Società dei Naviganti. L'imponente raffigurazione di Agostino ce lo presenta entro uno studiolo carico di libri a sottolineare, in funzione antiluterana, la corretta interpretazione delle Sacre Scritture, secondo la tradizione della Chiesa cattolica. Il santo sotto gli abiti episcopali mostra la cocolla nera dei monaci agostiniani.

 

La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazione tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.

 

"Qualunque cosa, diversa da sé, pensi l'uomo, un oggetto che è stato fabbricato non sarà mai simile a colui che lo ha fatto ... Dio è ineffabile, più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è.

Pensi alla terra: Dio non è questo! Pensi al mare: Dio non è questo!

Pensi a tutte le cose che sono sulla terra, agli uomini e agli animali: Dio non è questo!

A tutte le cose che sono in mare o che volano in aria: Dio non è questo!

A ciò che splende nel cielo, le stelle, il sole, la luna: Dio non è questo! Pensi al cielo: Dio non è questo!

Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo!

E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è?

Ciò che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è penetrato nel cuore dell'uomo. Come pretendi che salga sulla lingua ciò che non è entrato nel cuore?"

AGOSTINO, Esposizione sui Salmi, 85, 8-12

 

La vasta produzione letteraria di Agostino comprende opere di ogni genere, tra le quali 93 trattati in 232 libri, circa 500 sermoni e oltre 300 lettere.

Fra i titoli principali citiamo:

Le confessioni - Ritrattazioni - Trinità - Città di Dio - Vera religione - Unità del credere - Questioni diverse - Fede e simbolo - Matrimonio cristiano - Beni della vedovanza - Santa verginità - Menzogna - Lavoro dei monaci - Cura dei morti - Fede ed opere - Catechizzare i semplici - Dottrina cristiana - Genesi contro i Manichei - Consenso degli Evangelisti - Discorso del Signore sulla montagna - Questione sui vangeli - Esposizione alla lettera ai Galati - Alcune questioni sulla lettera ai Romani - Locuzioni e questioni sull'Ettateuco - Contro l'avversario della Legge e dei profeti - Ad Orosio contro i Priscillianisti e gli Origenisti - Contro gli Ariani - Costumi della Chiesa cattolica e costumi dei Manichei - Disputa con Fortunato - Disputa con Felice - Contro Adimanto - Contro Secondino - Battesimo - Contro la lettera di Parmeniano - Contro la lettera di Petiliano - Lettera dei Cattolici ai Donatisti - Unico Battesimo contro Petiliano - Merito e remissione dei peccati - Natura e Grazia - Perfezione della giustizia dell'uomo - Grazia di Cristo e peccato originale - Origine dell'Anima - Grazia e libero arbitrio - Predestinazione dei santi - Dono della perseveranza - Commento al Vangelo di S. Giovanni - Commento all'Epistola di S. Giovanni ai Parti - Esposizione sui salmi - Discorsi.

 

 

De Magistris Sigismondo

Figlio di Giovanni Andrea De Magistris e nipote di Gian Antonio detto Gentilino, fu figlio d'arte. Sia il padre che lo zio furono pittori; Sigismondo si formò nella bottega paterna, ma è probabile che fece il suo apprendistato presso un altro pittore, forse Alvise de Donati. La sua attività si apre nel 1515 con le Storie della Vergine, Santi e Profeti della chiesa di Santa Maria del Carmine a Montagna in Valtellina. In lui convivono rimandi alla cultura milanese del tardo Quattrocento, quale Montorfano, Leonardo e Zenale, probabilmente recepiti attraverso Alvise de Donati; inoltre utilizza ampiamente le stampe düreriane e nel caso del ciclo di Montagna in Valtellina usa le xilografia della Vita della Vergine del 1511. Verso il 1530 collabora con Ambrogio Arcimboldi, mentre dal 1534 si trasferirà in zona lariana, dove troviamo, tra le ultime opere, il ciclo di S. Pietro a Garzeno con Storie dell'infanzia di Cristo, Apostoli e Santi, in cui si assesta su moduli luineschi e gaudenziani. La morte dell'artista avviene dopo il 1548.