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PITTORI: Maestro modenese

Madonna con Bambino in trono tra i santi Girolamo e Agostino

Madonna con Bambino in trono tra i santi Girolamo e Agostino

 

 

MAESTRO MODENESE

1524

Modena, Museo Civico d'Arte

 

Madonna con Bambino in trono tra i santi Girolamo e Agostino

 

 

 

Questo dipinto, di autore ignoto, fu realizzato nel primo Cinquecento da un maestro che operava nell'ambito culturale artistico modenese.

Dipinto su tela con la tecnica della tempera grassa, il quadro misura cm 127 di larghezza e 155 di altezza.

Realizzata nel 1524, l'opera reca nella base del trono lo stemma delle famiglie Rangoni e Pico. Il dipinto venne identificato con una pala vista in Sant'Agostino a Modena da G. B. Spaccini, che la riteneva opera del Garofalo. Su questa base il quadro fu attribuito per qualche tempo all'artista ferrarese. La notizia relativa alla originaria destinazione del dipinto trova conferma dalla sua accertata provenienza e dalla presenza di sant'Agostino. Lo stemma fornisce poi indicazioni precise circa la data della sua esecuzione, visto che allude al matrimonio tra Claudio Rangoni e Lucrezia Pico, figlia di Gian Francesco II, celebrato nel 1524. La struttura del quadro evidenzia rimandi alla tradizione di Mantegna, in modo particolare nell'assetto compositivo, nelle fisionomie dei santi, nel pergolato e nell'intenso panneggio. Il dipinto, alla data 1524, appare ancora palesemente arcaicizzante, anche se è non privo di qualità. Qualche collegamento, sia pure non determinante, può essere stabilito con la pala, stilisticamente più evoluta, che proviene dalla chiesa di Santa Maria Bianca e che si trova ora nella Casa di Riposo di Mirandola, firmata da un "maestro Giorgio" e datata 1535.

Il soggetto dell'opera è la Madonna del latte con Bambino in trono tra i santi Girolamo e Agostino. Girolamo è ritto in piedi a sinistra e indossa un saio monacale. Ha un aspetto dimesso, un viso maturo e senile con una folta barba. Nella mano sinistra regge un grosso libro e con l'indice della mano destra indica il proprio cappello cardinalizio steso a terra. Gli fa compagnia un leoncino, il simbolo iconografico che lo accompagna sovente nelle sue raffigurazioni. Dirimpetto se ne sta Agostino con un libro aperto fra le mani e lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore. Il suo volto ha un aspetto ancora giovanile, con una fluente barba e l'aureola dei santi sopra la testa. Appoggiato al braccio sinistro regge un sottile ed elegante bastone pastorale.

Ai suoi piedi ha deposto la mitra in segno di umiltà. Indossa un piviale con ampio panneggio e sotto si può osservare la nera tonaca dei monaci agostiniani, che probabilmente furono tra i committenti o tra coloro che ricevettero l'opera.