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PITTORI: Pompeo Morganti

La Madonna della Misericordia con i santi Agostino e Nicola di Bari: foto Gianluca Alzati

La Madonna della Misericordia con i santi Agostino e Nicola di Bari

 

 

MORGANTI POMPEO

1545-1550

Sirolo, chiesa del SS. Rosario

 

La Madonna della Misericordia con i santi Agostino e Nicola di Bari

 

 

 

La chiesa del S.S. Rosario di Sirolo custodisce una serie notevole di dipinti, fra cui si annoverano due opere importanti che ricordano la presenza delle confraternite. Un Cristo ligneo si trova sotto l'altare maggiore e viene portato in processione il Venerdì Santo dai membri della confraternita. Questa usanza perdura dal medioevo quando si svolgevano le sacre rappresentazioni. Vi è poi uno straordinario dipinto noto come "La Madonna della Misericordia", una tela dipinta da Pompeo Morganti, dove sono raggruppati, sotto il mantello della Madonna protettrice i confratelli. Da una parte i confratelli, vestiti di sacchi bianchi, sono in compagnia dei sacerdoti, mentre dalla parte opposta sono inginocchiate numerose donne. La Madonna è accompagnata da sant'Agostino a sinistra e a destra. da San Nicola di Bari, protettore dei naviganti. San Nicola ebbe tra l'altro un ruolo determinante nella vita e nella vocazione di san Nicola da Tolentino, il primo monaco santo dell'ordine agostiniano. Sullo fondo, sotto un nugolo di angeli che volteggiano in cielo, si può osservare il Monte Conero, il mare Adriatico, Sirolo ed il porto di Numana.

Agostino è raffigurato nelle sue vesti episcopali con tutti i suoi attributi di vescovo.

La Chiesa del SS. Rosario riveste un notevole interesse per le sue pietre "riciclate" che si affacciano sul Corso, dove si distinguono archetti che appartenevano ad antiche finestre. Fa bella mostra di sé anche un Michele Arcangelo di esecuzione alto medievale, un santo venerato dai longobardi. La costruzione della chiesa risale al 1613 e si presenta in stile tipicamente barocco. La chiesa, restaurata fra il 1985 e il 1995, conserva una ricca varietà di tele e statue.

 

 

Pompeo Morganti

Pompeo, figlio di Bartolomeo, nacque probabilmente nel primo decennio del Cinquecento. La sua attività, dopo gli esordi in collaborazione col padre, si diffonde a partire soprattutto dal 1445. Già nel 1535 ricevette l'incarico dal Consiglio comunale di Jesi di eseguire un dipinto per il palazzo dei Priori. Il dipinto, che raffigurava il Crocifisso con i santi Settimio, Floriano e Caterina è andato disperso. Vasari annota che Taddeo Zuccari frequentò la bottega di Pompeo Morganti per un breve periodo di apprendistato, ma se andò deluso dal pittore. Al 1539 va ascritto lo Sposalizio mistico di santa Caterina per la chiesa di S. Silvestro a Orciano, mentre nel 1543 Morganti realizzò la Resurrezione di Lazzaro in san Francesco a Filottrano.

Nel 1545 eseguì una copia di una Madonna con Bambino, che si trova attualmente nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Pesaro. La copia fu ordinata dalla comunità locale dopo la distruzione dell'originale in un incendio. In tutte queste opere (la Madonna con Bambino e santi presso la Pieve di S. Stefano a Candelara, la Madonna della Misericordia della chiesa del Rosario di Sirolo, l'Immacolata Concezione in S. Francesco a Corridonia), Pompeo ripropone il linguaggio pittorico paterno e nello stesso tempo esprime la volontà di elaborare i modelli Lotto e di Taddeo Zuccari. Nel 1532 si sposò con Giovanna di Bartolomeo e dal matrimonio nacquero Beatrice, Michelangelo e Ottavio. Michelangelo è documentato come pittore fra il 1571 e il 1572, mentre Ottavio fu attivo nell'ultimo quarto del Cinquecento. I documenti attestano la presenza di Pompeo nel 1555 fra i membri della Santa Unione di Fano, mentre, secondo il libro dei confratelli della Congregazione di S. Michele, nel 1564 risulterebbe già morto.