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PITTORI: Scuola pavese

Sanctus Pater Augustinus a Pavia nella Cripta di san Pietro in Ciel d'Oro

Sanctus Pater Augustinus

 

 

SCUOLA PAVESE

1520 circa

Pavia, Basilica di san Pietro in Ciel d'Oro, Cripta

 

Sanctus Pater Augustinus

 

 

 

La figura di sant'Agostino è stata delineata con un accurato disegno che ha inciso una lastra di pietra scura. La lastra attualmente è conservata nella cripta di san Pietro in Ciel d'Oro a Pavia e coincide con la lastra tombale che chiudeva l'urna in cui rimasero le ossa di Agostino prima di essere trasferite nell'urna moderna. La lastra si presenta incisa a graffito con l'imponente figura del santo che occupa l'intera lunghezza della pietra.

L'incisore ha disegnato la figura del santo in atto benedicente con la mano destra, mentre con la sinistra abbraccia il pastorale. Indossa gli abiti da vescovo, ma non si individua chiaramente la cocolla nera degli eremitani che spesso accompagna questo genere di rappresentazione. Sul capo Agostino ha la mitra vescovile circondata dal nimbo: tutto intorno si sviluppa la scritta SANCTUS PATER AUGU.S che non lascia dubbi interpretativi sulla identificazione del soggetto, il cui viso, maturo e con una fluente barba, si adatta bene agli stereotipi della iconografia classica tipici di questa tematica.

Un grosso fermaglio al centro del petto simmetricamente chiude la mantellina che gli avvolge le spalle. La lastra che si trova nella cripta è conservata da sola senza il corredo tombale che accoglieva ab antiquo, dalla traslazione cioè voluta da Liutprando, le spoglie mortali di Agostino. Di quel viaggio e del soggiorno cagliaritano c'è un ricordo nella stessa cripta: una piccola statua che lega la vecchia con la nuova destinazione del corpo del Santo.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6